Tranquilli, ho un piano -Riccardo Favero interpreta Mozart al fortepiano
Ultimo appuntamento del "Veneto Festival Musica Antica" con il Maestro Riccardo Favero che eseguirà alcune Sonate e Fantasie di W. A. Mozart sul Fortepiano Anton Walter.
Un concerto che farà rivivere al pubblico del Teatro Sociale di Cittadella le sonorità di un tempo, il tempo di Mozart. Quale era il suono della musica di Mozart all'epoca in cui venne composta ed eseguita? Quale strumento utilizzava Mozart per comporre e suonare la sua musica? Il Maestro Riccardo Favero, profondo conoscitore degli strumenti originali, artista impegnato nella diffusione di un differente concetto interpretativo della musica dei compositori di epoca classica, accompagnerà il pubblico ad accostarsi ad un mondo sonoro che non ci appartiene più.
Mozart non aveva a disposizione un pianoforte moderno, molte le differenze tra quest'ultimo e l'Anton Walter, l'accordatura in primis con il La a 430 Herz e l'accordatura Vallotti (maestro padovano del XIII sec) mentre il pianoforte moderno arriva oggigiorno anche a 443 con accordatura equabile, le meccaniche per le quali si richiede un approccio diverso alla tastiera, la leggerezza al tatto, la dolcezza del tocco, le corde non sono in acciaio ma in ferro etc… tutte caratteristiche che aiutano ad interpretare più coerentemente il periodo storico.
Il Concerto è reso possibile grazie al sostegno della Regione del Veneto e del Comune di Cittadella.
Ingresso libero.
NOTE AL PROGRAMMA
Le sonate K 279 e K 280 fanno parte di un "corpus" di sei Sonate (dal K279 al K 284) originariamente attribuite al 1777 e successivamente spostate nel periodo antecedente il viaggio a Monaco (autunno 1774); si tratta di una raccolta di elaborate composizioni per pianoforte che dovevano costituire il "biglietto da visita" del pianista nella città tedesca che sognava di conquistare. All'interno di un linguaggio che nel corso delle Sonate si fa "caratteristico e personale", i critici segnalano i vari modelli che si intrecciano nel lungo racconto musicale: dalle sonate italiane (si ricorda che le opere di B. Galuppi, G. M. Rutini, G. B. Sammartini, A. Scarlatti erano presenti nella biblioteca di Leopold), alle ombre francesi di J. Schobert (conosciuto a Parigi già nel 1766), dalle pagine levigate di J. Ch. Bach fino alle lezioni di J. Haydn, le cui Sonate, pubblicate in quegli anni furono le "dirette responsabili - secondo Einstein - di tali divagazioni".
Al tratto ancora convenzionale e stilisticamente discontinuo del K 279 (nel raffronto con le pagine successive) che sembra quasi un'improvvisazione, segue la complessa e cesellata scrittura pianistica della Sonata K 280, caratterizzata da un vena concertante di straordinario rilievo.
La K 282 presenta la struttura delle sonate "romantiche" per violino e pianoforte
Nella lettera-diario del 4 febbraio 1778 da Mannheim, Mozart confesserà al padre di aver affidato le Sonate ad Aloysia Weber, la cantante che "aveva incantato il cuore di Mozart nella grande sfortunata passione della sua vita". Il commento che le accompagna lascia teneramente trasparire il sentimento di Mozart verso quell'impossibile amore. «Sabato sera siamo andati a corte, la signorina Weber ha cantato tre arie. Non mi soffermo sul suo canto _ in una parola, perfetto - perché dei suoi meriti ho già parlato nell'ultima lettera; tuttavia non potrò chiudere questa lettera senza scrivere qualcos'altro su di lei, perché solo ora l'ho conosciuta veramente e scorgo quindi tutto il suo valore… Quel che più mi stupisce è che legga così bene la musica. Pensi, ha suonato a "prima vista", lentamente, ma senza sbagliare una nota, le mie difficili Sonate. Sul mio onore, preferisco sentirle suonare da lei che da Vogler»
La Sonata K 330, nonostante la sua collocazione nel primo catalogo K, appartiene al gruppo di Sonate dell'estate parigina del 1778 nata dopo la morte della madre. La Sonata è stata trascurata da alcuni critici classici, forse per l'ingannevole facilità di scrittura e l'apparente inoffensività espressiva; solo in epoche più recenti essa è stata oggetto di attenta analisi e rivalutazione critica. La semplicità, la leggerezza, il candore sono le categorie scelte dalla Sonata che si affida, ben lontana dalla "protervia assoluta" a leggere operazioni di richiami musicali e di ripiegamento intimistico.
La Fantasia K 397 appartiene a quel suggestivo gruppo di opere nate nella primavera-estate del 1782 dal "rovente attrito" con la grande musica del passato (J. S. Bach e G. F. Handel). Essa si snoda sul filo del rapsodismo bachiano pur conquistando spazi di atemporale grandezza. Ritenuto dalla critica un capolavoro di libera condotta melodica e armonica, la Fantasia affronta - dal suo inizio acquoso sino alle rapprese densità dello sviluppo - una straordinaria pluralità di sensazioni ("trepide", "sognanti", "mistiche", "celestiali" sono tra gli aggettivi colti nella letteratura critica.
La Fantasia K 475, fu composta a Vienna nel maggio del 1785 e dedicata all'allieva viennese Therese von Trattner, rappresenta una sconcertante "punta acuminata" in un mese prevalentemente dedicato a piccole e armoniose pagine vocali. Ritenuta l'opera che più di ogni altra si configura "come un ponte verso le sponde dell'arte beethoveniana". Questa Fantasia è un'opera unica, poiché nessun'altra composizione di Mozart contiene temi così vistosamente contrastanti in uno spazio così ridotto. La giustificazione artistica della Fantasia rimane comunque sfuocata in quanto le notizie erano contenute in alcune lettere, dirette alla Trattner, disgraziatamente scomparse.