Concerto per violino e orchestra con il M° Mauro Vidoni alla Sala dei Giganti
Martedì 26 marzo alle ore 21
Sala dei Giganti in Piazza Capitaniato a Padova
ARCS dell’Università di Padova presenta
Concerto sinfonico dell’Orchestra del Concentus Musicus Patavinus dell’Università degli Studi di Padova diretto dal M° Mauro Vidoni
Il programma prevede:
Wolfgang Amadeus Mozart : Ouvertoure da La Clemenza di Tito, K 621
Paolo Pandolfo : Concerto per violino e orchestra “Neoclassico”
Allegro moderato/Adagio/Spiritoso
Violino solista: Matteo Valerio
Carl Maria Von Weber: Concerto per fagotto e orchestra , op75
Allegro ma non troppo/Adagio/Rondo
Fagottista solista Emanuele Savino
Dettagli
Il M° Mauro Vidoni è il vincitore del concorso intitolato al M° T. Forcolin , musicista pordenonese e direttore d’orchestra prematuramente scomparso, concorso giunto è giunto alla sua terza 3° edizione. Vidoni è un musicista friulano di molteplici interessi diplomato in Organo e Composizione Organistica, Clavicembalo, Strumentazione per banda , Composizione, Direzione di Coro e direzione di Orchestra Ha tenuto concerti in tutta Europa e in America Latina: ha ottenuto diversi riconoscimenti come direttore d’orchestra fino appunto ad essere vincitore del 3° Concorso per Direttori d’Orchestra T.Forcolin di Padova.
Di particolare interesse, nel programma del concerto l’esecuzione, in prima assoluta, del Concerto per Violino e Orchestra del compositore padovano Paolo Pandolfo
Paolo Pandolfo è un emergente musicista padovano, nato a Cervarese santa Croce nel 1964. Ha iniziato gli studi di pianoforte con la prof. Lina Braghetta (allieva di armonia e contrappunto di Oreste Ravanello e in composizione con Gian Francesco Malipiero), ha studiato organo e composizione organistica con il M° Mario Voltolina, successivamente, si è diplomato in composizione presso il conservatorio “Cesare Pollini” di Padova sotto la guida del M° Wolfango Dalla Vecchia. Ha studiato Armonia e contrappunto con i Maestri Pierluigi Calessi e Fabio Crosera e musica elettroacustica con il M° Nicola Bernardini del Centro di ricerca e produzione musicale “Tempo Reale”. Lo scorso anno ha ottenuto la menzione di merito per l’alta qualità della composizione al concorso di composizione “Inno a Sant’Ilario” di Lugo (RA) e la sua Messa VIII si è classificata al terzo posto assoluto nel concorso di composizione “in memoriam di Papa Giovanni XXIII”. Nel 2017 aveva vinto sia la terza edizione del Concorso di Composizione Sacra Santa Giulia di Livorno, con l’oratorio “La Croce di Giulia” per soli, coro e orchestra da camera sia la X edizione del Concorso Internazionale di Composizione Sacra Anima Mundi, indetto dall’Opera della Primaziale Pisana. Precedentemente, nel 2014 era stato proclamato vincitore all’unanimità del prestigioso concorso Internazionale di Musica Sacra “Anima Mundi”, promosso dall’Opera Primaziale di Pisa per celebrare i 950 anni della fondazione. Il “Te Deum Laudamus” per soli, coro e organo viene eseguito per la prima volta il 23 Settembre 2014 nella Cattedrale di Pisa e il 5 Ottobre a Cremona dal Coro Costanzo Porta, diretto dal maestro Antonio Greco. Compone anche colonne sonore e musica contemporanea.
Il Concerto per Violino e Orchestra “Neoclassico”
Il Concerto, composto fra febbraio e giugno del 2018 ha la forma classica in tre movimenti; nel primo movimento il violino entra in solitudine nel registro più grave e sembra contorcersi cromaticamente in una breve introduzione con una lenta e cupa melodia (ripresa in alcuni punti successivi del concerto); il solista ondeggia inquieto su accordi profondi e dissonanti degli archi, poi, dopo un breve silenzio, tutto sfocia in un tema eroico, orgoglioso e pungente che dialoga in maniera serrata con tutti i colori dell’orchestra. Ad esso si contrappone una sezione più lirica e cantabile, ma senza mai prendersi troppo sul serio, come ricorda un buffo contro-cando del fagotto che con il suo goffo staccato “rovina” la liricità della melodia al violino. Questo materiale diventa il terreno su cui si gioca una competizione di colori e figurazioni fra il violino e gli altri strumenti dell’orchestra; a volte qualcuno sembra prevalere ma poi viene immediatamente superato dall’altro con improvvisi cambi di ritmo e di suono. Tutta la tensione confluisce in una virtuosistica cadenza, tradizionale palestra di bravura del solista, qui il violino ristabilisce le gerarchie della sua “regalità”; infine, quando si arriva alla ripresa, ogni contrapposizione sembra risolta lasciando il posto solo ad un dialogo serrato.
Il Secondo movimento è un Adagio di grande intensità e cantabilità. Anche qui l’orchestra non si limita mai solo ad “accompagnare” ma mantiene una sua forte personalità che impreziosisce i “lamenti” del violino.
Il Terzo tempo è un piccolo rondò, capriccioso e irriverente con contrapposizioni grottesche fra il solista e l’orchestra i quali sembrano sbeffeggiarsi a vicenda ma che finiscono poi per integrarsi nel brillante finale.