Criminalfare. Lo stato sociale delle mafie, convegno al dipartimento di sociologia
Il convegno è promosso dal Centro di Servizio per il Volontariato, dal Master in Criminologia Critica e sicurezza sociale dell'Università di Padova e dal neonato Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto, con il patrocinio di Libera e dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto.
L'iniziativa parte dall'assunto che le mafie promuovono economie che immettono risorse in circolazione e, in diversi casi, distribuiscono posti di lavoro e servizi. In alcuni contesti poi le mafie sono in grado di sostituire parzialmente lo Stato e le autorità locali nel fornire assistenza sociale a segmenti vulnerabili di popolazione. In questo senso possiamo parlare di criminalfare.
Qui in Veneto le ultime inchieste hanno rilevato come le mafie non si limitino all'interlocuzione con segmenti del mondo imprenditoriale, ma siano, all'interno di alcune nicchie territoriali, entrate nel corpo vivo delle società locali. Per questo è opportuno in questa fase riflettere sulla funzione di rassicurazione sociale esercitata dalle mafie.
Mafie che coltivano rapporti anche con il welfare “ufficiale”. Come ha sottolineato nella sua relazione conclusiva la Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Rosy Bindi, “l’aggressione al sistema di welfare è dettata da molteplici interessi, non solamente di natura economica. In questo settore le mafie consolidano ed estendono il loro consenso, indispensabile all’esercizio del potere”.
In un welfare dove è in atto da vent'anni una progressiva esternalizzazione nell’erogazione di beni e servizi assumono uno straordinario rilievo i rapporti fra soggetti pubblici (governi locali) e soggetti privati profit e non profit. In questo contesto, in molti territori, stiamo scontando una difficoltà di regolazione, in particolare in alcuni territori, che hanno reso più facile il proliferare di comportamenti clientelari ed illegali.
L'incontro del 24 ottobre vedrà confrontarsi insieme studiosi e attivisti antimafia che da tempo, nel loro intervento all'interno delle periferie urbane, hanno inquadrato il problema del criminalfare
I relatori del convegno
Ugo Ascoli: Insegna Sociologia Economica presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Politecnica delle Marche. Da tempo si occupa dello studio del sistema di welfare italiano, con speciale attenzione alla comparazione con gli altri principali welfare state europei.
Giuseppe De Marzo, economista, attivista e scrittore, ha lavorato a lungo in America latina a fianco delle popolazioni indigene e rurali. Fondatore dell’associazione A Sud, è stato tra i coordinatori della campagna referendaria 2011 per l’acqua pubblica e contro il nucleare. Attualmente collabora con Libera ed è coordinatore della rete Numeri Pari.
Valentina Moiso, post-doc presso l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società, ha svolto ricerche in ambito di finanza familiare e vulnerabilità, accesso al credito e innovazione nei circuiti di scambio del denaro, fenomeno mafioso e relazioni di collusione
Carmen Vogani, Giornalista e autrice televisiva, attivista nel mondo del sociale e della cultura. Con l'Associazione daSud si occupa di analisi delle mafie e dell'antimafia, di progettazione culturale e di comunicazione. Attualmente lavora come autrice per un documentario sulla storia del clan Casamonica realizzato per Canale9/Discovery.
Programma del convegno
saluti
Emanuele Alecci, presidente Centro di Servizio per il Volontariato Padova
introduce
Claudia Mantovan, Università di Padova
interventi
Ugo Ascoli, sociologo, Università Politecnica delle Marche
Valentina Moiso, sociologa, Università di Torino - Larco
Giuseppe De Marzo, economista, Rete dei numeri pari - Libera
Carmen Vogani, giornalista, associazione Da Sud
coordina
Gianni Belloni, Centro per la documentazione e l'inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto
conclude
Guido Turus, Centro di Servizio per il Volontariato Padova
Info web
https://ilbolive.unipd.it/it/event/criminalfare-stato-sociale-mafie