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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

L'intervista a Bobby Solo che registra a Padova l’omaggio a Tony Joe White

I lavori per omaggiare il cantante e chitarrista statunitense sono appena iniziati. Nella città del Santo, allo Studio2, sono stati registrati un paio di pezzi

Riceviamo e pubblichiamo l’intervista di Francesco De Sandre.

Bobby Solo viaggia alla straordinaria media di una pubblicazione discografica all’anno. L’ultima idea dell’artista di origine romana ma trapiantato in Friuli è un omaggio alla carriera di Tony Joe White (Oak Grove, 1943 – Nashville, 2018) cantante e chitarrista statunitense Blues/Swamp-Rock, dalla caratteristica voce baritonale. La stessa che Solo ha voluto reinterpretare scegliendo lo studio più adatto, lo Studio2 di Padova, insieme al produttore Cristopher Bacco.

Abbiamo raggiunto i due per qualche domanda in merito alla recente collaborazione.

«Uno dei miei sogni nel cassetto è sempre stato quello di registrare un album dedicato a uno degli artisti più omaggiati della storia, un bianco con la voce da nero, che ha composto per Elvis e Tina Turner. Io ho la collezione completa dei suoi dischi e anche Mark Knopfler lo ha stimato enormemente. Il suo nome è Tony Joe White e alla sua composizione noi tutti dobbiamo molto». Con queste parole Bobby Solo lascia Padova, ma solo temporaneamente. I lavori per omaggiare White sono infatti appena iniziati: «Abbiamo registrato allo Studio2 di Padova un paio di pezzi, con la supervisione di Cristopher Bacco. L’idea è quella di presentarli a diverse etichette, anche del circuito indipendente, per collaborare insieme al completamento dell’album».

La storia

Nato negli anni ‘40 in una famiglia in parte Cherokee, White iniziò la sua carriera musicale alla metà degli anni ‘60, suonando in piccoli club della Louisiana e del Texas. Interpretarono suoi brani anche Ray Charles, Charlie Rich, Joe Cocker e Hank Williams Jr. «Ho avuto l’onore di incontrare White circa 6 anni fa vicino a Lugano – continua Solo – mentre prima di un concerto stava riparando la propria Stratocaster. Ci siamo abbracciati, lui era alto quasi un metro e novanta, e mi ha fatto presentare il suo spettacolo. Poco prima di cantare, stava settando i suoi semplici effetti, un Fuzz Overdrive e un Wah Wah. Ricordo che il Fuzz si era rotto e il suo batterista lo saldò al momento, proprio poco prima del concerto».

«Continuo ad innamorarmi della musica»

Classe ‘45, Bobby Solo ha all’attivo una carriera leggendaria tra musica, televisione e cinema: «Credo che la maturità porti ad innamorarsi, come da ragazzi, di ciò che si è fatto durante la vita. Io continuo ad innamorarmi della musica ed è per questo che continuo a suonare. Più divento anziano, più scopro le origini della musica. Ultimamente mi piace ascoltare composizioni degli anni ‘30 e ‘40». E a proposito del piccolo schermo, un’anticipazione: «Da quest’anno tornerò in Rai per una serie di appuntamenti e collegamenti che mi vedranno protagonista. Anche se il Festival di Sanremo me lo godrò dal salotto di casa, ci saranno diverse occasioni per rapportarmi con i fan che continuano a seguirmi con affetto».

Rendere attuale un artista

«Collaborare con Bobby Solo è stato magico, abbiamo reso attuale un artista il cui repertorio appartiene al passato – dichiara Cristopher Bacco, regista di sala e del progetto musicale. Ho avuto, subito dopo le registrazioni, il presentimento che Bobby si riscoprirà bluesman e funky-man, un intrattenitore a tutti gli effetti».

Lo Studio2

Per l’occasione, la backing band assemblata da Bacco per Bobby Solo è composta da Riccardo Di Vinci, Ugo Ruggero e Gianluca Ballarin. Tito Scutari, Alessandro Favero e Francesco Bruni completano lo staff che lo Studio2 ha messo a disposizione del compositore laziale. «Il ruolo di produttore impone una ricerca accurata, non solo del suono e dei mezzi per renderlo al meglio, ma anche dell’ambiente e del supporto, in questo caso artistico, per raggiungere il miglior risultato. Fortunatamente attorno allo Studio2 orbitano musicisti e tecnici molto competenti con cui è bello poter lavorare».

Gli strumenti tecnici

A proposito degli aspetti più tecnici, Bacco spiega che «Per questa registrazione avevamo a disposizione una voce e una chitarra d’eccezione, nella persona di Bobby Solo, a cui ho lasciato grande libertà di esecuzione. La sua caratura vocale mi ha fatto pensare all’impiego di un microfono speciale, un valvolare che lui sa usare perfettamente. Si tratta di un microfono molto particolare, un Chandler Limited creato in collaborazione con Abbey Road che assomiglia ai Neumann con i quali cantava Bobby molti anni fa».

«Nella musica è già stato tutto inventato?»

Alla domanda «nella musica è già stato tutto inventato?», i due protagonisti della registrazione rispondono in modo opposto, quasi complementare. Se per Bobby Solo vale la regola del dover interpretare, con rispetto e personalità, ciò che ormai è materiale sonoro di istruzione e ispirazione, per Bacco, grazie anche alle recenti innovazioni tecniche, non esiste ancora il suono “mai scoperto”. Una diversità di opinione, la loro, lunga circa quarant’anni, ma che è già fonte di stimolo e creatività per entrambi.

Francesco De Sandre

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