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Chiamata Tito Livio: “Gli Orazi e i Curiazi di Bertolt Brecht”, possibilità di candidarsi al rave teatrale entro il 15 maggio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

In occasione delle celebrazioni per il bimillenario liviano che si svolgono in università e in città nel corso del 2017, tre grandi nomi della scena contemporanea si sono messi in gioco con l’Università per Tito Livio, con un progetto inclusivo e formativo che inizia a maggio e termina a ottobre, volto a produrre un grande spettacolo – un rave teatrale – che si terrà nel Salone di Palazzo della Ragione di Padova l’1 ottobre. Studentesse e studenti, sia dell’Ateneo che delle scuole superiori, e più in generale giovani del territorio padovano, possono candidarsi online per prendere parte al progetto entro il 15 maggio: chi verrà selezionato avrà l'opportunità di contribuire allo spettacolo e di fare una grande esperienza teatrale con attività pratiche e teoriche, sotto la guida di formatori di alto livello.

Tito Livio: Gli Orazi e i Curiazi

Il testo scelto viene da uno dei racconti più famosi di Roma antica tramandati dal grande storico padovano, Gli Orazi e i Curiazi, che Bertolt Brecht ha riscritto per un suo dramma didattico, e che Gabriele Vacis riprenderà con un suo stile particolare in occasione del bimillenario. Lo spettacolo, allestito da Roberto Tarasco e diretto da Gabriele Vacis, vedrà in scena con Marco Paolini un centinaio di giovani.

Il tormentone de Gli Orazi e i Curiazi

Molte cose sono in una cosa…. È il tormentone de “Gli Orazi e i Curiazi” di Bertolt Brecht. La città di Roma e la città di Alba sono in guerra. Invece di mandare al macello i loro eserciti, decidono di scegliere dei campioni: tre guerrieri per Roma e tre guerrieri per Alba. A Roma ci sono tre gemelli, i più forti, gli Orazi. Anche ad Alba i migliori sono tre fratelli: i Curiazi. Saranno loro ad affrontarsi per conto delle loro città, saranno loro a vincere o morire al posto delle migliaia di ragazzi che rimangono sul campo alla fine di ogni guerra. Bertolt Brecht ha scritto un dramma didattico su questa storia tramandata da Tito Livio: uno di quei testi che servono a educare i giovani. Nel dramma didattico di Brecht gli Orazi e i Curiazi non sono eroi, sono gente che si assume le proprie responsabilità.

La chiamata di Marco Paolini, Roberto Tarasco, Gabriele Vacis

“Vogliamo fare uno spettacolo con gli studenti dell’Università e delle scuole medie superiori di Padova. Si lavorerà a partire dal mese di maggio con tutti gli studenti che vorranno partecipare.

Inventeremo azioni attraverso la pratica di SCHIERA. Da molti anni prepariamo gli attori, gli spettacoli, per costruire un luogo per l’improvvisazione. Questo luogo si chiama “SCHIERA”.

È una questione di ascolto: in questi tempi in cui siamo continuamente sottoposti a forme di comunicazione mediata, il teatro è una delle pochissime occasioni di comunicazione diretta. In teatro, chi parla può ascoltare chi ascolta.

La SCHIERA serve ad allenarsi a questo: ascoltare chi ti ascolta. Poi è un luogo in cui cercare l’equilibrio tra il rigore e lo scatenamento. L’obiettivo è trovare un’unità di presenza tra le persone, escludendo ogni affettazione, ogni gesto non strettamente necessario. Tutto questo non ha niente a che fare con i personaggi, la psicologia, la messinscena e nello stesso tempo può essere una tecnica utile per ogni idea di teatro.

Ma prima di tutto la SCHIERA è energia, è tempo, è ritmo e ascolto, gioia, fiducia...

Il lavoro si basa totalmente sull’ascolto e sulla presenza consapevole e vigile degli attori autori dello spettacolo. Essere presenti a se stessi, esserci in ogni momento è molto difficile e richiede sforzo e apprendimento continui. Richiede persone piuttosto che attori o personaggi.

La SCHIERA è uno stormo di storni. Avete presente quelle nuvole animali che creano forme del cielo? Ecco, quello. È qualcosa di molto leggero e di molto esatto. È la traduzione in teatro delle “Lezioni americane” di Italo Calvino, almeno di quella sulla leggerezza e di quella sull’esattezza. Gli attori si muovono secondo gli stessi criteri di relazione interna con cui si muovono le nuvole di storni. Ascolto. Attenzione.

Un po’ come gli Orazi e i Curiazi…”

La preparazione

Il lavoro di preparazione si svolgerà in alcuni fine settimana di maggio, giugno, settembre e dal 24 settembre al 1 ottobre 2017; richiederà un impegno di circa 5/6 ore al giorno in fascia mattutina o pomeridiana.

Le giornate saranno suddivise in momenti di lavoro pratico e teorico con la presenza di conduttori per il lavoro fisico e vocale. In particolare verranno attivati tre dipartimenti:

- DICO dipartimento corpo, a cura di Barbara Bonriposi, Glen Blackhall, Matteo Volpengo e Giuseppe Fabbris

- DIVO dipartimento voce, a cura di Domenico Castaldo, Marta Laneri, Ginevra Giacchetti, Rui Albert Padul, Natalia Sangiorgio

- DINA dipartimento narrazione a cura di Marco Paolini e Gabriele Vacis

  Come partecipare da protagonisti

Possono essere coinvolti fino a cento giovani: studentesse e studenti dell’Università e delle scuole medie superiori, giovani del territorio padovano. Per partecipare sono richiesti una breve biografia (circa 2.000 caratteri) e un breve video di presentazione (massimo 2 minuti, link di VIMEO o YOUTUBE).

Per candidarsi bisogna registrarsi nel form online

https://www.unipd.it/scheda-partecipazione

entro il 15 maggio 2017: seguirà un incontro di persona per selezionare chi si candida.

È possibile partecipare all’evento anche a supporto degli aspetti riguardanti la drammaturgia, l’organizzazione, la messinscena, l’allestimento o la tecnica audio, luci, video.

Per maggiori informazioni scrivere a falaguerrar@gmail.com

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