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Martedì, 23 Aprile 2024
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Una lectio magistralis a Palazzo della Ragione a cura di Paolo Mieli: “L'arma della memoria”

Paolo Mieli, giornalista, direttore di RCS libri, ex direttore de la Stampa e del Corriere della Sera, ha presentato nella prestigiosa sede di Palazzo della Ragione in occasione della Fiera delle parole il libro L'arma della memoria.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

In principio era Tucidide con la storia come possesso perenne, in seguito fù un arma, un pugnale o una rivoltella contro di noi ad uso e consumo della disperazione provocata dalla coscienza stessa della storia. Abilmente Mieli, presentando il proprio libro, dipinge un'idea di memoria che si potrebbe definire a una prima lettura quasi corrosiva. Un qualcosa che ci impone di sprofondare nel magma della misconoscienza, un senso di sfiducia nel passato che si proietta nel futuro. Il libro volge poi in una descrizione della memoria universale e primaria, l'una che vive a discapito dell'altra. L'una che ha soppiantato l'altra con la sua prontezza, lestezza e velocità; è il tempo di un clic che si sostituisce al piacere e alla sostanziale fatica di sfogliare un'enciclopedia. La memoria primaria si sta atrofizzando, sta morendo. Mieli utilizza il felicissimo esempio delle ricerche scolastiche: chi non ne ha mai fatta una? Benissimo, ci accorgeremo, come suggerisce l'autore, ma come in realtà ben sappiamo, che nessuno si sognerebbe mai di passare giornate in biblioteca alla ricerca di qualcosa di nuovo bensì, annoiandosi, risolverebbe il tutto con una rapida ricerca nel web. Il web, mostriciattolo astratto che se ne sta nell'aria e nelle case di chiunque senza mai essere visto, svilisce l'utile lavoro della ricerca; lavoro che solo ci permette di acquisire poi la vera conoscenza. L'altra nebulosa pericolosa che esiste è una storia ad effetto con delle deviazioni in campo giudiziario. Prendiamo i grandi delitti del primo 900. Ecco che viene espresso lo schema dei cattivi che noi tutti abbiamo dentro di noi: qualcuno che cospira. I famosi delitti che non si da bene chi e non si sa bene come. Meccanismo molto elementare e pericoloso che va a produrre un magma di ipoteche precostituite. Poi esistono delle risultanze ad effetto che provocano emozione così da affermarsi nel campo della consapevolezza comune. Quest'ultima va poi a smuovere il sentimento, effetto che rovina l'idea di storia Vera e propria, Ecco perché Mieli riflette sull'arma che è la memoria. Un'arma che può torcersi contro, scoppiare tra le mani come una bomba, lasciare buchi e ustioni e suggestioni.

Conclude la lectio magistralis con una stimolante riflessione sull'idea di passato, un passato che deve si darci la consapevolezza di noi stessi, perché volendo o nolendo siamo noi i proprietari della nostra storia, ma che deve soprattuto farci capire che stiamo dentro una ripartenza, questo è un nuovo rinascimento per noi. Ancora non lo vediamo perché siamo scossi dai postumi di questa crisi, ma siamo dentro un periodo in cui vedremo cose migliori. La storia ci servirà a questo: guardare al futuro sapendo che quello che abbiamo di fronte non è una ripetizione di un paradigma precostituito e collaudato bensì una totale e assoluta verità, dove gli elementi di metà con il tempo sono minori di quello che ci si aspetta.

Min libro non sul passato, ma un libro-strumento per guardare ai mesi e agli anni che ci sono davanti. Se guardiamo al futuro come una prosecuzione del passato, non avremo mai un rinascimento. Il futuro è già qua, basta solo saperlo leggere.

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