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"La Sindone: novità e conferme" Indagini e studi: il punto al Bo

Datazione e doppia immagine corporea impressa sulla reliquia. Tutte le metodologie per studiarle saranno illustrate martedì all'archivio antico di Padova, in un convegno scientifico aperto al pubblico, dalle ore 14

Analisi statistica, datazione meccanica, datazione opto-chimica, analisi del dna, analisi delle microparticelle aspirate, ipotesi elettrostatica di formazione dell’immagine, doppia superficialità dell’immagine, analisi colorimetrica: queste sono solo alcune delle indagini condotte sulla Sindone. Di tutte queste metodologie si darà conto martedì 9 giugno dalle ore 14 all'archivio antico di palazzo Bo a Padova, durante il convegno scientifico aperto al pubblico "La Sindone: novità e conferme".

"EFFETTO CORONA". "Per quanto riguarda la doppia immagine corporea impressa nella reliquia più importante della cristianità e più studiata a livello scientifico - dice Giulio Fanti, professore associato di Misure meccaniche e termiche all'università di Padova - le analisi eseguite in collaborazione con il professor Francesco Lattarulo del Politecnico di Bari hanno dimostrato l’attuale impossibilità tecnico-scientifica a riprodurre tale immagine, ma l’ipotesi più attendibile è connessa ad una emissione di energia elettrica che ha prodotto il cosiddetto 'effetto corona'. A Padova sono state riprodotte immagini simil-sindoniche utilizzando un manichino in scala ½ assoggettato a tensioni di 300mila volt".

LA DATAZIONE. "Per quanto riguarda la datazione della Sindone, studi statistici guidati dal professor Marco Riani dell’università di Parma hanno dimostrato con metodi robusti che la datazione al carbonio 14 eseguita nel 1988 non è statisticamente attendibile. In collaborazione con i professori Pietro Baraldi e Anna Tinti rispettivamente delle università di Modena e Bologna sono state eseguite analisi opto-chimiche che hanno datato la Sindone al 300 a.C. (analisi FT-IR con incertezza di più o meno quattro secoli) e al 200 a.C. (analisi FT-IR con incertezza di più o meno cinque secoli). A Padova - conclude Fanti - è stata appositamente costruita una macchina in grado di misurare le proprietà meccaniche di singole fibre di lino (più sottili di un capello umano) mediante prove cicliche di trazione. Dall’analisi comparata di 5 proprietà meccaniche è risultata una data del 400 d.C. con incertezza di più o meno quattro secoli. I risultati meccanici mediati con quello opto-chimici hanno prodotto una data della Reliquia del 33 a.C. (incertezza di più o meno quattro secoli). Il fatto che la datazione al carbonio 14 non sia scientificamente attendibile è anche dimostrato da un’analisi numismatica delle monete auree bizantine da cui deriva che l’incisore che coniò il volto di Cristo della moneta di Giustiniano II del 692 d.C. aveva appena sette probabilità su un miliardo di miliardi di ottenere quel risultato senza avere visto la Sindone".
 

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