“Le grand bal” al cinema Esperia
Da venerdì 3 a domenica 5 maggio al cinema Esperia in via Chiesanuova 90 a Padova arriva “Le grand bal” il film che ha fatto ballare il festival di Cannes.
Regia: Laetitia Carton. Sceneggiatura: Laetitia Carton. Fotografia: Karine Aulnette, Prisca Bourgoin, Lætitia Carton, Laurent Coltelloni. Suono: Nicolas Joly, François Waledisch. Montaggio: Rodolphe Molla. Montaggio del suono: Virgile Van Ginneken. Mixaggio: Joël Rangon. Produzione Jean Marie Gigon, SaNoSi Productions. Distribuzione italiana barz and hippo in collaborazione con FolkAmbroeus. Ufficio stampa Vania Amitrano
- venerdì 3 maggio ore 21
- sabato 4 maggio ore 21
- domenica 5 maggio ore 18.30
Biglietti
Ingresso: 6 euro - ridotto: 5 euro
Si consiglia vivamente la prenotazione (senza assegnazione di posto) al link:
https://legrandbalpadova.eventbrite.it
la prenortazione dà diritto a riduzioni nelle attività organizzate in concomitanza con la proiezionee di domenica 5 maggio dall’associazione Uno E’ la Danza un’esperienza unica di immersione in un universo unico e magico di ritmo e condivisione, così distante dall’isolamento generato dalla società moderna.
Sinossi
La regista Laetitia Carton, al suo quarto lungometraggio, ha voluto raccontare l’incanto del balfolk dopo aver partecipato più volte all’annuale evento francese de Le Grand Bal de l’Europe, in cui più di duemila persone si riuniscono da ogni parte d’Europa, nella campagna del piccolo comune di Gennetines, per un’esperienza straordinaria. Per 7 giorni e 8 notti persone di età ed estrazione sociale diverse ballano insieme, su 9 pedane sotto tendoni all’aria aperta, mentre i musicisti non smettono mai di suonare sposando tra loro melodie tradizionali con tendenze più moderne. Senza conoscersi i partecipanti danzano in piena libertà, vincendo ogni resistenza rispetto al contatto umano e fisico, all’età e all’appartenenza sociale, mossi solo dalla pura gioia di condividere la passione per la danza. In Le Grand Bal due squadre si sono alternate sotto la direzione di Laetitia Carton per riprendere questo universo unico e magico così distante dall’isolamento della società moderna. La regista cattura situazioni, emozioni, coreografie, sguardi e conversazioni in una dimensione conviviale, intima e vitale, dell’esperienza del ballo, alla scoperta di una tradizione che si rinnova di continuo attraverso regole e creatività, libertà e condivisione. Le Grand Bal è un inno senza tempo alla magia del ballo e all’armonia di anime e corpi nella diversità.
Dalle dichiarazioni di Letizia Carton
Quindici anni fa sono andata per la prima volta ai Grands Bals de l’Europe a Gennetines nella zona dell’Allier. È un luogo magico, una parentesi incantata. Si balla per 7 giorni senza sosta. I musicisti non smettono mai di suonare, giorno e notte. Oggi, dopo 29 anni dalla sua creazione i Grands Bal de l’Europe radunano 2000 persone che ballano per una settimana su 8 o 9 pedane sotto i tendoni all’aria aperta. Su questi parquet girano ogni giorno una ventina di gruppi musicali, ci sono circa 500 musicisti per gli stage e una quindicina di bal folk la sera. Tutte le generazioni, giovani e vecchi si fondono e ballano insieme. È una delle cose che mi rende più felice. Non vedo altri luoghi di festa che riuniscano fasce d’età e vite così diverse. Le donne ballano con gli uomini, gli uomini con le donne, le donne con le donne e sempre di più, gli uomini con gli uomini. Nell’arco di una danza, un legame particolare può intessersi con il proprio partner per creare un universo sottile, magico e unico. Si sa come si entra in una mazurka, non si sa in che stato affettivo se ne uscirà. Quest’emozione, questa convivialità, quest’energia condivisa che nasce da questa collettività, non la trovo altrove... Nel bal folk si è semplicemente ballerini o ballerine. Non ci sono ricchi e poveri, non contano l’apparire o lo status. Tutti si amalgamano nell’arco di una notte. Viviamo in una società rosa dalla creazione di bisogni artificiali, una società che spinge a consumare, da soli e di fretta in un perpetuo rinnovamento. La danza trad permette di ritrovare il piacere di essere con gli altri e di avere pratiche comunitarie che non esistono più al giorno d’oggi. Condividendo questa festa, riscopriamo che esiste un’unità e che abbiamo un posto al suo interno.
Questa avventura umana fuori dal comune, che vivo da svariati anni, meritava di essere guardata, contemplata. Condivisa.
Certi piani sono sembrati più costruiti di altri, come le scene intorno al divano all’esterno dove i ballerini vanno a riposarsi qualche minuto. Quanto c’è di messa in scena ne Le Grand Bal? Direi che è un film dove l’auto-messa in scena è stata determinante. I ballerini sceglie- vano di andare sul divano quando la camera era lì davanti, o di non spostarsi quando andavamo verso di loro. C’era una sorta di accordo tacito. Cercavamo di captare le discussioni, ci avvicinavamo e la gente ci faceva segno se non voleva essere ripresa, se le conversazioni erano troppo private, o al contrario continuavano tranquillamente a parlare e, anzi, facevano posto alla camera. Molti ballerini e ballerine si sono messe in gioco, ci hanno offerto le loro discus- sioni, che era esattamente quello che speravo. Perché al Grand Bal o si balla o si parla e spesso si parla di ballo, dei concerti e di ciò che si vive.
Festival e riconoscimenti
- Festival de Cannes, 2018 presentato fuori concorso nella selezione ufficiale, séance spéciale, cinéma de la plage
- New Zealand Film Festival, 2018 Music and Dance Section
- Vancouver International Film Festival, 2018
- Warsaw Film Festival, 2018 in concorso nella categoria documentari
- Hof International Film Festival, 2018
- Minsk International Film Festival “Listapad”, 2018 in concorso
- French Film Festival UK, 2018
- SeeYouSound Film Festival, 2019 Vincitore del premio BEST SOUNDTRACK / Officina Sonora del Bigallo
- Premio César, 2019 finalista come Miglior Documentario
- Premio “Musiques du monde” dell’Académie Charles Cros, 2019