Mostra storico-documentaria “Dal Regno Lombardo-Veneto al Regno d'Italia” a Este
DAL REGNO LOMBARDO-VENETO AL REGNO D'ITALIA
Il Centro di C ultura La Medusa, dal 3 al 14 dicembre, ospita la prima tappa della mostra storico-documentaria itinerante sul 150° anniversario dell'unificazione del Veneto al Regno d'Italia
Conferenza di presentazione, sabato 3 dicembre, alle ore 17, presso l'Aula Magna del Chiostro di San Francesco, con il curatore Livio Zerbinati e il prof. Alberto Costantini, storico e scrittore.
Interverranno il sindaco Roberta Gallana, il vice sindaco Aurelio Puato e il presidente della Società Gabinetto di Lettura, avv. Giovanni Cappellari
“Storia e memoria in provincia di Padova” è il sottotitolo della mostra che espone una trentina dipannelli con testi e immagini riguardanti il contesto storico e i riferimenti iconografici delle testimonianze locali legate all'importante periodo storico che va da luglio a dicembre del 1866, nel quale si svolsero gli eventi che determinarono l'ingresso del Veneto nel Regno d'Italia, dopo la dominazione austriaca. Saranno esposti anche alcuni pregevoli documenti originali prestati dal Gabinetto di Lettura di Este.
La mostra, allestita in collaborazione con la Biblioteca Civica “Contessa Ada Dolfin Boldù” e il Centro di Cultura La Medusa, si sofferma, per flash e riflessioni, sui primi sei mesi del padovano liberato dalla presenza austriaca.
E' il 1866 e un esercito attraversa il Polesine e la provincia di Padova lungo l’asse Badia-Este-Monselice-Padova per raggiungere quanto prima la parte più orientale della Venezia (così era chiamata la regione che comprendeva allora anche Udine).
A Este si fermano per diverse settimane migliaia di soldati del Regio esercito italiano. Le istituzioni espresse dalla dominazione austriaca si dimettono e il Commissario del Re – il marchese Gioacchino Pepoli – nomina una Giunta provvisoria che resterà in carica fino alle elezioni amministrative del 23 dicembre 1866.
L’entusiasmo e le speranze dei patrioti – alcuni rientrati nel frattempo dall’esilio – si confrontano con i problemi che la nuova statualità comporta: nuove leggi, moneta diversa, ecc. Sarà un processo che si articolerà gradualmente – per alcuni troppo veloce, per altri invece inutilmente lento – completandosi nel 1871.
Este, contrariamente a quasi tutti i Comuni della provincia, non vota alle prime elezioni amministrative che si svolgono nella prima decade di ottobre del 1866. I Comuni contermini invece sì: si eleggono per la prima volta i consigli comunali che a loro volta eleggono la giunta, il sindaco è di nomina regia. La legge elettorale amministrativa – e quella politica – è basata sul censo e sulla capacità: vota chi paga un minimo di tasse all'anno o ha titoli (professionali o accademici) che dimostrino una consapevolezza verso le istituzioni che l’analfabeta non potrebbe avere, un concetto esclusivo che informerà le istituzioni (non solo italiane comunque) fino al suffragio universale dell’età giolittiana (sempre con l’esclusione delle donne comunque).
L’evento più carico di significato simbolico per le popolazioni venete, e tutt’ora oggetto di polemiche e contestazioni, è però il Plebiscito del 21-22 ottobre 1866.
Il risultato della guerra – prodotta dal contrasto tra la Germania bismarkiana e l’Austria asburgica – prevedeva in caso di sconfitta di quest’ultima la cessione della Venezia all’Italia da parte dell’Austria-Ungheria. Così avvenne con la mediazione della Francia e con la clausola, da quest’ultima suggerita, del plebiscito.
Trattandosi di un evento che ebbe all’epoca grande risalto, la mostra si sofferma in particolare su questo avvenimento documentando il contesto istituzionale e sociale in cui il “suffragio universale” avvenne.
Votavano tutti i cittadini (escluse le donne, anche se in qualche misura vi fu un elezione femminile parallela) che avevano compiuto 21 anni e non avevano subito condanne per reati infamanti. Il Plebiscito fu una dimostrazione di massa che coinvolse con livelli diversi di consapevolezza e coscienza civile la popolazione della Venezia.
Una lettura dei risultati, e delle forme di partecipazione, ci dà la fotografia di quella società a 150 anni di distanza.
I pannelli dell'esposizione, nella loro didascalica sintesi, non pretendono di essere esaustivi, ma di offrire sollecitazioni all'approfondimento; essi danno qualche informazione e tentano di rendere conto della complessità degli eventi di quel periodo, facendoci riflettere sui progressi civili e sociali che da quell’epoca in poi la società italiana ha compiuto.
La mostra si prefigge di contribuire all'accrescimento culturale generale della comunità, in particolare degli studenti dei vari gradi d'istruzione, e toccherà, dopo Este, i Comuni di Abano Terme, Ponte San Nicolò e Veggiano, all'interno dell'iniziativa “RetEventi Cultura Veneto”