Instapark, gli scatti di Giovanni Guglielmin alla Corte dei Leoni
Gruppo Fotografico Antenore
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Uno smartphone, un social network, una mostra. Alla Corte dei Leoni di Padova "Instapark" di Giovanni Guglielmin
Nato a Bassano del Grappa nel 1974, Giovanni Guglielmin è appassionato fin da giovane di fotografia. Dal 2009 frequenta il Gruppo fotografico Antenore di Padova (www.fotoantenore.org), del quale è membro del consiglio direttivo. In questi giorni propone la sua prima personale, sedici scatti dal titolo
INSTAPARK - I(n)stanti dal LunaPark
all'Enoteca Ristorante "La Corte dei Leoni" (www.cortedeileoni.it) di via Boccalerie, 8 a Padova. Ingresso libero, la mostra rimarrà aperta fino a fine agosto.
«Sono sedici immagini Instagram per rivivere atmosfere, emozioni, luci e colori di una notte magica», spiega il fotografo bassanese naturalizzato padovano. «Il lavoro nasce dalla voglia di raccontare le atmosfere magiche del lunapark con la semplicità di uno smartphone e i filtri e il formato quadrato tipici di Instagram, la nota applicazione mobile e social network fotografico».
Le immagini, raccolte in circa 18 mesi durante le feste di paese, sono state selezionate cercando di trasmettere le luci e i colori pop, la gioia e la spensieratezza dei bambini, la partecipazione e le attese dei genitori.
Da una parte Guglielmin punta alla semplicità estrema dei mezzi, quasi elementari. Gli scatti sono stati presi con un Samsung Galaxy S3, quindi un telefonino, non un apparecchio fotografico, - ammesso oramai che si possa distinguere - e un set di filtri che per quanto estremamente vario e raffinato è gratuito e alla portata di chiunque. D'altra parte dai sedici scatti, catturati in varie regioni d'Italia, emergono il paziente lavoro di pensiero, la coerenza stilistica (netta la prevalenza delle foto in notturna), il senso geometrico e compositivo, la scelta mirata dei colori, la continua ricerca di bilanciamento tra l'elemento strutturale dei luna park e la presenza dei bambini e dei genitori. Non si supera mai la soglia espressionistica che pure il soggetto inviterebbe facilmente a varcare. Guglielmin si ferma un attimo prima, lavora con i filtri non per cercare effetti ma per giungere a un equilibrio che rimane la nota stilistica, discreta e inequivocabile, prevalente in queste immagini.
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