Notturni d'arte a villa Breda
Protagonista della serata di venerdì 29 agosto sarà Vincenzo Stefano Breda (Limena 1825 - Padova 1903), imprenditore, politico e filantropo. Pioniere dell’industria italiana, combatté per l'indipendenza a Sorio e Montebello (1848), fu deputato per Padova dal 1866 al 1879 e senatore nel 1890. Con le sue volontà testamentarie lasciò gran parte del suo cospicuo patrimonio alla comunità padovana, legandola ad un'attività filantropica. La serata prevede visite alla villa, secentesca, ristrutturata nelle attuali forme dal 1859 al 1865 dall'architetto Antonio Caregaro Negrin di Vicenza, su commissione di Vincenzo Stefano Breda e lo spettacolo teatrale Judith e le altre donne di Shakespeare a cura dell'Associazione Abracalam.
Dopo la laurea, conseguita il 21 marzo 1847 alla Scuola di Applicazione per Ingegneri presso l’Università di Padova, Vincenzo Stefano Breda entrò subito nel mondo del lavoro. Come progettista assunse la direzione lavori della costruenda linea ferroviaria Vicenza-Verona e continuò la sua esperienza lavorativa nella costruzione di parecchie ferrovie del Veneto e della Lombardia. Nel 1872 fondò la Società veneta per imprese e costruzioni pubbliche, riunendo le finanze del ceto agrario ed affaristico del Veneto e della Lombardia. La società si occupò delle più importanti opere pubbliche, destinate allo sviluppo dell’Italia appena formata, come ad esempio la realizzazione dell’imponente Ministero delle Finanze a Roma, stazioni e linee ferroviarie, ponti e gallerie, acquedotti nelle più importanti città, sistemazione di porti e, persino, la progettazione dell’attraversamento sotterraneo dello Stretto di Messina.
Fu un’importante figura di patriota, fin dai primi movimenti di indipendenza e proprio nei colli di Sorio e Montebello ebbe il battesimo del fuoco, arruolandosi nelle file dei "Crociati padovani". Il simbolo più evidente del suo senso patriottico fu la cospicua elargizione per la costruzione della Torre di San Martino della Battaglia, che ancora oggi mantiene memoria degli eroi delle battaglie per l’indipendenza italiana. Subito dopo l’annessione del Veneto (1866) fu nominato deputato per cinque legislature, fino al 1879, quando diede le dimissioni ritenendo incompatibile la carica di presidente della Società veneta con il mandato di parlamentare. Nel 1890 venne eletto senatore del Regno d’Italia, partecipando attivamente alla vita legislativa fino alla sua morte.
La sua grande passione per i cavalli lo portò ad acquistare il leggendario stallone americano Elwood Medium, e alla realizzazione dell’Ippodromo di Padova, su un terreno di sua proprietà a Ponte di Brenta: inaugurato l’1 ottobre 1901, successivamente prese il nome "Le Padovanelle" dal caratteristico "sediolo" della corsa al trotto. Nel 1886 finanziò la costruzione di un asilo, in ricordo della madre Angela, e di una casa di riposo, in nome della moglie Rosa, per ospitare gratuitamente i bambini e gli anziani poveri del paese.
Morì nella sua villa di Ponte di Brenta, il 4 gennaio 1903 e prima della morte predispose la bozza per la creazione di una Fondazione a lui intitolata, istituita nel 1905, con lo scopo di amministrare il suo ingente patrimonio. Con le sue volontà testamentarie Breda lasciò gran parte del suo cospicuo patrimonio alla comunità padovana, legandola ad un'attività filantropica da lui perseguita in vita nella memoria dell'amata madre Angela e dell’adorata moglie Rosa.