Notturni d'arte alla Loggia e Odeo Cornaro
Giovedì 28 agosto i Notturni d'Arte organizzati dall'assessorato Cultura e Turismo del comune di Padova fanno tappa alla Loggia e Odeo Cornaro, simbolo di cultura noto in tutto il mondo, grazie alle figure di Alvise Cornaro (Venezia c. 1484 - Padova 1566), che fece costruire il complesso come quinta teatrale per le opere del Ruzante, e di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Venezia 1646 – Padova 1684), trisnipote di Alvise, la prima donna laureata al mondo, che dopo la laurea, nel 1678, andò ad abitare proprio nella casa che affianca la Loggia. Alle ore 18 sarà proposta l'iniziativa Torlonghiamo, Mamma ti porto all’Odeo, con attività per bambini dai 3 agli 8 anni. Alle 21 andrà in scena lo spettacolo Elena Cornaro Piscopia, con Lucia Schierano per la regia di Rudj Maria Todaro, a restituire il ritratto di questa donna straordinaria e il composito mondo culturale di appartenenza, cui seguiranno le visite guidate.
Il complesso della Loggia e dell’Odeo Cornaro rappresenta una delle massime testimonianze del Rinascimento padovano, espressione dei molteplici interessi culturali di colui che lo edificò nella prima metà del XVI secolo: il veneziano Alvise Cornaro. L’origine della sua famiglia è da ricercarsi nell’ambiente della piccola borghesia mercantile molto attiva nella città lagunare tra Quattrocento e Cinquecento. Alla morte dello zio canonico il Cornaro abbandona gli studi per dedicarsi all’amministrazione dei numerosi terreni, lasciatigli in eredità dall’ecclesiastico, sparsi nelle campagne della bassa padovana. La passione di Alvise per l’agricoltura razionale ed intensiva inizia proprio in questi anni e ad essa il veneziano dedicherà anche un trattato ispirato agli scritti sulla coltivazione di Marco Terenzio Varrone. Questo è il periodo in cui s'accresce l’interesse antiquario ed archeologico di Alvise, anche grazie alla conoscenza dell’architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, con cui si reca a Roma, con la possibilità di ammirare dal vivo i monumenti antichi. Il risultato concreto di tanta conoscenza archeologica è la Loggia, prima opera di architettura del Falconetto, datata 1524; appositamente ideata per rappresentazioni teatrali, costituisce la prima concreta realizzazione in terra veneta della frons scenae di epoca romana, ossia la scena a portico su base rialzata, scandita da arcate e pilastri. Qui si rappresentavano le commedie in lingua pavana di Angelo Beolco detto il Ruzante, legato da amicizia al Cornaro a tal punto da vivere con la propria famiglia all’interno della corte stessa. Nel 1535 vede la luce l’Odèo, riservato agli ozi letterari e alla musica: un "salotto" magnificamente affrescato, degno di un principe, in cui si raccoglie una cerchia di personaggi colti quali Vincenzo Maggi, Sperone Speroni, Pietro Bembo, Giangiorgio Trissino, Pietro Aretino. L’esistenza di questo veneziano speciale "convertito" alla terraferma termina a Padova nel 1566, alla rispettabile età di 82 anni.
Alvise Cornaro fu il trisnonno di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, discendente di Caterina Cornaro regina di Cipro. Il padre, il nobile Giovan Battista Piscopia, fece studiare tutti i suoi figli senza distinzione tra maschi e femmine, mettendo a loro disposizione una ricca biblioteca privata che diversi sapienti da ogni parte d’Europa, una volta giunti a Venezia, ammiravano. Elena, già all’età di vent’anni, parlava sei lingue: latino, greco antico e moderno, ebraico, francese e spagnolo; possedeva inoltre un’approfondita conoscenza di discipline quali l’astronomia, la geografia, la matematica e le scienze naturali. Studiava eloquenza, dialettica, filosofia, teologia; scriveva ed eseguiva brani musicali con l’arpa, il violino e il clavicembalo. Era una donna eccezionale, considerato che a quell’epoca le ragazze della sua età sapevano a malapena leggere e scrivere, e ben presto la sua fama assunse dimensioni europee. Nel 1665 diventò ufficialmente oblata secolare, con il nome di Scolastica, la sorella di san Benedetto, mantenendosi casta senza farsi monaca, continuando a vivere nella sua dimora veneziana. Nel 1677 fece domanda per addottorarsi in teologia ma il cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova e cancelliere dell’Università pose il veto ecclesiastico e propose che Elena si laureasse in un'altra disciplina. Il 25 giugno 1678 nella Cappella della Vergine, all’interno della Cattedrale padovana, Elena affrontò l’esame di laurea davanti a un folto pubblico e conseguì il dottorato in filosofia, divenendo la prima donna laureata al mondo. Le furono consegnate le insegne del suo grado, uguali a quelle dei colleghi uomini: il libro, simbolo della dottrina, l'anello che simboleggia le nozze con la scienza, il manto di ermellino, a indicare la dignità dottorale, e la corona d'alloro, contrassegno del trionfo. Ottenuto il titolo accademico si trasferì per sempre a Padova presso la casa di Alvise Cornaro, dove morì, sembra di tubercolosi, il 26 luglio 1684 all’età di 38 anni.