Notturni d'arte: "A spasso per Padova con il giovane Palladio"
"A spasso per Padova con il giovane Palladio" è la proposta dei Notturni d'Arte per venerdì 8 agosto, con una piacevole passeggiata attraverso i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza del grande genio rinascimentale nato in provincia di Padova nel 1508. Si arricchisce così ulteriormente la galleria di personaggi illustri presentata quest'anno dalla manifestazione organizzata dall'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova con il contributo di Cassa di Risparmio del Veneto.
I natali padovani del Palladio risultano dai documenti relativi al processo in cui Palladio dovette certificare le proprie origini per poter iscrivere suo figlio Silla al collegio Pratense, istituzione aperta a studenti poveri, purché padovani. Nella dichiarazione deposta di fronte al giudice ci sono spunti particolarmente interessanti che riguardano la giovinezza trascorsa a Padova da Andrea e alcuni primi dati sulla sua famiglia. Il padre, Pietro della Gondola, mugnaio, proviene dalla contrada delle Torreselle, così lo zio Nicolò, di professione barcaiolo, la madre Marta è claudicante e il figlio Andrea nasce nel borgo dei Rogati. Dopo la nascita la famiglia del piccolo Palladio si trasferisce nel vicino borgo della Paglia, non lontano dall’abitazione in cui il barcaiolo risiede. Andrea viene battezzato presumibilmente nel dicembre 1508, o pochi mesi dopo l’anno successivo, nella chiesa di San Michele e suo padrino di battesimo è lo scultore Vincenzo Grandi.
Palladio trascorre gli anni dell’infanzia in "tempo di guerra". Nasce in un momento tragico per Padova, che vede le grandi potenze dell’epoca – l’Impero, il Papa e i Francesi – muovere all’assalto della Repubblica di Venezia. All’inizio del giugno 1509 Padova è occupata dalle truppe. Il 17 luglio è riconquistata dai Veneziani che la saccheggiano. Nel settembre di quell’anno le truppe imperiali la stringono d’assedio e la bombardano. La città resta in pericolo diretto fino alla fine del 1513 quando la guerra si sposta in Friuli. Andrea ha pochi anni: patisce la fame, come i suoi genitori e i contradaioli dei borghi dei Rogati e della Paglia, trema al rombo dei cannoni e vede edifici e mura distrutte, morti e feriti. L’area dove abita, almeno sino al 1512, si trova davanti al castello duecentesco ampliato al tempo dei Carraresi.
La città in cui nasce e cresce il piccolo Palladio è segnata dalla lezione classicista e dalla cultura archeologica di Andrea Mantegna e nei primi decenni del secolo vede aprirsi i cantieri della basilica di Santa Giustina e della Loggia e Odeo Cornaro di Giovanni Maria Falconetto e Alvise Cornaro. A Padova è cresciuto anche Leon Battista Alberti, sono passati pittori come Andrea del Castagno e Paolo Uccello e alla metà del secolo XV sono nate nuove architetture all’antica, scolpite e dipinte, prima ancora di essere costruite, nei rilievi di Donatello e negli affreschi di Mantegna della Cappella Ovetari. Il giovane Andrea ha la possibilità di avvicinare e conoscere i principali monumenti della città e, con l’occasione, di entrare in contatto e studiare le opere d’arte e la cultura figurativa profondamente classica di questi grandi artisti.
A 13 anni Andrea viene assunto dal lapicida Bartolomeo Cavazza da Sossano, che aveva bottega sotto il portico della sua abitazione, nei pressi di ponte dei Tadi. Dopo meno di due anni dalla stipula il giovane Palladio rompe il contratto e si trasferisce a Vicenza; il padre riporta Andrea a Padova e lo rimette a bottega di Cavazza, che nel frattempo aveva intentato un’azione giudiziaria contro di lui per non aver rispettato il contratto, ma il quindicenne Andrea non resiste e fugge nuovamente a Vicenza. Non viene più ricercato dalla famiglia. In quella che diventa la sua città d’adozione, Andrea entra in una nuova bottega di artisti, molto più aggiornata di quella che aveva abbandonato a Padova: la bottega dei maestri Girolamo Pittoni e Giovanni da Porlezza, il primo scultore, il secondo costruttore.