"Nuovi compositori", concerti di primavera al Pollini
Un concerto di brani inediti, molti dei quali proposti in prima assoluta: Nuovi Compositori è il quarto appuntamento della rassegna Concerti di primavera ed è in calendario sabato prossimo 4 maggio alle ore 18 nell’auditorium di via Cassan 17 a Padova. L’ingresso è libero.
Le composizioni sono degli studenti e degli ex allievi ora diplomati del corso di Composizione del prof Giovanni Bonato, per un totale di dieci brani: Andrea Miazzon (con Alessia Babetto, Elia Longhin, Francesca Baldo, Leonardo Tolio, Laura Mazzucato, Fiammetta Morisani); Gabriele Taschetti (con Marco Piranda); Ardavan Vossoughi (con Beatrice Barison e Alessandro Fiordelmondo); Simone Tessari (con Bianca Munzi, Zhicong Guan, Rachele Reschiglian); Pier Damiano Peretti (con Andrea Miazzon); Stanislav Zubytskyi; Pietro Ferreri (con Paola Zanaga, Alberto Anhaus e Pietro Squarzon); Leonardo Mezzalira (con Zhong Shi Liu); Leonardo Rossi (con Paola Zanaga e Rachele Reschiglian).
Leonardo Mezzalira, uno degli organizzatori dell’appuntamento, presenta così la serata: “I brani in programma, quasi tutti prime esecuzioni assolute, disegnano un viaggio straordinario attraverso gli stili ed i linguaggi della musica attuale: una ricchezza che riflette la molteplicità dei modi di pensare il presente e di immaginare utopie per il futuro.
Nella musica che scrivono i giovani compositori, oggi, non c’è traccia del disincanto gelido spesso attribuito, a ragione o a torto, alle avanguardie. C’è invece l’urgenza di vivere nel mondo di oggi, di fare della propria arte un laboratorio di sperimentazione e di rilettura della modernità. E c’è tutto un sapere artigianale del suono, di come esso si forma e si trasforma, e di ciò che è capace di suggerire. Un valore rappresentativo che è preziosissimo perché apre la possibilità di comporre musica in grado di riflettere il mondo nelle sue imperfezioni, di crearne nuove sintesi e nuove figure, di intrecciarsi con la realtà e di trasformarla.
Un concerto, dunque, all’insegna della pluralità e della sperimentazione. Ma anche della molteplicità di soluzioni e di organici strumentali. In programma vi sono infatti brani pianistici, come Humaya di Ardavan Vossoughi e Spot di Pier Damiano Peretti; brani per strumento solo come Signal di Gabriele Taschetti, per clarinetto, Capriccio di Stanislav Zubytskyi, per flauto; brani con la voce, come Della notte di Leonardo Rossi, ed anche un brano per ensemble più grande, Focus di Andrea Miazzon, che richiede un notevole impegno di preparazione e di prove. Alcune composizioni sono arricchite da espliciti riferimenti extramusicali: è il caso di Soneto de madera di Pietro Ferreri, per soprano e due percussionisti, ispirato al mondo poetico di Pablo Neruda e al legno come materiale-metafora legato ad un’arte umile ma allo stesso tempo immaginifica e sognante; e come Pianto delle vecchie strade di Leonardo Mezzalira, una riflessione sulla strada come luogo potenzialmente vivibile e multicolore, in opposizione alle grandi opere e alla speculazione edilizia selvaggia. Altri lavori, come Svanisce per trio d’archi, di Simone Tessari, programmaticamente escludono simili riferimenti, lasciando all’ascoltatore piena libertà di immergersi nel flusso sonoro e di lasciarlo agire su di sé senza alcun preconcetto. Per uno dei brani, Paura del buio di Ardavan Vossoughi, è infine previsto l’apporto dell’elettronica che andrà ad “aumentare” il pianoforte aprendo possibilità di manipolazione e collocazione del suono nello spazio non consentite dallo strumento solo.
Musica insomma vibrante e attuale, in cui l’espressione viene a connettersi con il sentimento e scende a rispecchiarci, a parlarci della realtà che ci circonda, a coinvolgerci ed emozionarci. Musica che vuole riflettere la città e il territorio, le sue isterie e le sue quieti, i suoi paesaggi esteriori e interiori; che vuole instillare nel pubblico il desiderio di confrontarsi con se stesso e di affinare la propria capacità di percepire. Musica tutta percorsa da intensità ed emozioni, in grado di farci ridere, piangere, di porci domande”.
Informazioni
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