"Quello che non ho", Neri Marcorè ricorda De Andrè e Pasolini al Piccolo Teatro
Mercoledì 4 aprile alle ore 21.15 al Piccolo Teatro "Quello che non ho", con Neri Marcorè e Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre.
Un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro.
Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una nuova orrenda preistoria, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.
Il cast si servirà per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano - anche in forma satirica - nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne “Le nuvole”.
QUELLO CHE NON HO
canzoni di Fabrizio De Andrè
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
con Neri Marcorè
Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
dedicato a Pier Paolo Pasolini
Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da trecento anni!
Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.
SINOSSI
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande due volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (...dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro...), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con “Quello che non ho” siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone - sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico - che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato - De Andrè e Pasolini - prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
BIGLIETTI
Interi 35 euro + diritti di prevendita 2 euro
Ridotti 33 euro + diritti di prevendita 2 euro
Tesserati 30 euro + diritti di prevendita 2 euro
Prevendite dal 18 settembre:
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INFORMAZIONI
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