Totalitarismi e religioni, incontro al San Gaetano
Venerdì 11 maggio, alle ore 21, lo scrittore algerino Boualem Sansal sarà ospite dell’Ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova per una discussione su totalitarismi e religioni, a partire dal suo ultimo lavoro, “Nel nome di Allah”. Modera Enzo Pace, sociologo delle religioni, Università degli Studi di Padova.
In che modo superare le derive fondamentaliste che fanno paura al mondo intero? L’autore rilegge l’ascesa dell’islamismo nel mondo arabo e spiega da dove ricostruire un futuro libero dal timore. L’appuntamento è realizzato nell’ambito della programmazione padovana del Festival Biblico.
L’incontro si svolgerà presso l’auditorium del Centro Culturale Altinate San Gaetano, con ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Traduzione consecutiva dal francese di Vittoria Rubino.
Il libro
“Nel nome di Allah” tratta dell’ascesa dell’islamismo nel mondo arabo. Non è, però, un trattato accademico né un’inchiesta giornalistica, ma una ricostruzione narrativa basata sulla testimonianza di uno scrittore il cui paese, l’Algeria, già dai primi anni Sessanta si è dovuto misurare con tale fenomeno.
I primi predicatori religiosi islamisti, per lo più membri dei Fratelli musulmani, fecero infatti la loro comparsa in Algeria all’indomani della guerra di liberazione dalla colonizzazione francese (1954-1962). Arrivavano tutti dai paesi del Medio Oriente, dove venivano puntualmente perseguitati dai regimi e dalle tirannie al potere.
L’Algeria era in quegli anni “la Mecca dei rivoluzionari”, un paese socialista, terzomondista, profondamente laico, guardato con ammirazione in tutto il mondo progressista. Algeri era una città dove accorrevano Che Guevara, Castro, Mandela, il generale Giap e altri celebrati “eroi” delle guerre di liberazione dell’epoca. Agli occhi della società progressista algerina i predicatori islamisti apparivano perciò come individui bizzarri dall’abbigliamento e dal vocabolario così stravaganti da suscitare simpatia.
Anni dopo quella stessa società scoprì, dapprima con sommo stupore e poi con somma impotenza, che quell’islamismo così misero e insignificante si era talmente diffuso in tutto il paese, attraverso la rete delle moschee e dei suk, da mobilitare folle immense, organizzare milizie capaci di imporre l’ordine islamista nelle strade, sviluppare un’economia cosiddetta islamica, accaparrarsi in modo massiccio le attività caritatevoli, estirpare la delinquenza nei quartieri sotto il suo controllo, sfidare ogni giorno lo Stato, infiltrarsi nelle rivolte popolari, installarsi in Occidente e attaccare la democrazia utilizzando la democrazia stessa con abilità e astuzia.
“Nel nome di Allah” è un’agile storia delle varie correnti, scuole e movimenti dell’islamismo, e del suo rapporto con la cultura “araba”, che getta luce su un fenomeno che, benché abbia offuscato l’immagine dell’Islam, trasformandosi in un fascismo assassino che obbedisce solo alla volontà di potenza, continua a piantare radici nel mondo musulmano.
L’autore
Buoalem Sansal ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques 1999 con il suo primo romanzo “Le serment des barbares”, il Grand Prix RTL-Lire 2008 con “Le Village de l’Allemand”, e il Grand Prix du roman 2015 de l’Académie française con “2084”. Nel 2014 è statonominato per il Premio Nobel per la letteratura.