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Pronte a “scendere in campo”: settimane verdi per bambini nelle fattorie didattiche padovane

Le 54 fattorie didattiche della provincia di Padova si stanno attrezzando per partire con le settimane verdi riservate a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni: sono oltre 1.000 quelli potenzialmente interessati

Scuole chiuse fino a settembre e, nel contempo, praticamente tutti i genitori al lavoro dal 18 maggio. Ma c'è chi è pronto a correre in loro aiuto: le 54 fattorie didattiche della provincia di Padova si stanno attrezzando per partire con i campi o le settimane verdi, riservate a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. E sono oltre 1.000 quelli potenzialmente interessati.

Fattorie didattiche

Gli operatori del settore hanno incontrato in videoconferenza la Regione per fare il punto della situazione, e gli stessi nei prossimi giorni elaboreranno un documento che invieranno ai dirigenti competenti: l'obiettivo di fondo è stilare un protocollo ad hoc con utili indicazioni su come aprire in tutta sicurezza. Spiega Mara Longhin, già presidente nazionale dell’associazione Donne in Campo e storica referente del comparto: «Con le mamme e i papà impegnati sul fronte lavorativo si apre tutta la partita relativa alla cura dei figli. Quest’anno, in particolare, vanno limitati i contatti con i nonni, una delle categorie che la scienza considera più a rischio. Le settimane verdi, dunque, diventano un servizio fondamentale, in termini relazionali e sociali, per l’intera comunità. Portiamo avanti progettualità trasversali, il cui obiettivo è lo sviluppo armonico del bambino: la stessa Oms ha dichiarato che la salute non è solamente l’assenza di malattie, ma il raggiungimento di un equilibrio fisico e psichico della persona». Peraltro le fattorie didattiche, molte delle quali si trovano nelle campagne della Bassa Padovana, si caratterizzano per spazi aperti, immersi nella natura. «Il contesto ideale - aggiunge Longhin - per organizzare attività motorie e laboratori in totale sicurezza. Dopo mesi rinchiusi in casa i nostri figli hanno bisogno di riassaporare la libertà, rimanendo nel solco dei protocolli che saranno adottati dalle autorità competenti». Secondo Longhin, infine, «serve arrivare ad un patto fra autorità sanitaria, fattorie didattiche e famiglie per il regolare svolgimento della settimane verdi».

Costi

Aumenteranno i costi, dato che gli imprenditori agricoli saranno tenuti ad impiegare più educatori rispetto agli scorsi anni e a sanificare con maggior frequenza gli ambienti chiusi. A tale proposito Cia chiede dei contributi a fondo perduto a favore delle famiglie per il sostegno delle spese relative all’iscrizione. Come, di fatto, lo sono già i buoni baby-sitter, che possono essere riconosciuti alla singola persona che si prende cura del bimbo. Commenta Maurizio Antonini, direttore di Cia Padova: «In questo contesto l’aiuto alle famiglie stesse dev’essere prioritario. Ci auguriamo che al tavolo vengano prese decisioni concrete». Un’ulteriore proposta è la detrazione di queste uscite dalla denuncia dei redditi dei genitori. «Le Istituzioni, il Governo centrale e la Regione Veneto in primis, devono venire incontro alle esigenze delle madri e dei padri. Molti hanno eroso parte delle ferie durante la quarantena. Motivo per cui è necessario fornire loro tutti quegli strumenti per la cura dei bambini, a maggior ragione nei mesi estivi quando non vi sarà nemmeno la possibilità di seguire le lezioni online. Nel caso venissero previsti appositi finanziamenti, domandiamo tempi certi di trasferimento degli assegni. I responsabili delle fattorie didattiche non possono lavorare senza la garanzia della copertura delle uscite: a loro volta sono tenuti a pagare gli operatori e i materiali utilizzati».

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