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Rapporto Legambiente-Sole 24ore: Padova 5. grazie al fotovoltaico

Tra le grandi città capoluogo, a Padova migliora anche il verde pubblico pro capite, il numero di auto in circolazione in città e si piazza prima per piste ciclabili. Male invece l'inquinamento atmosferico, i consumi idrici e la produzione di rifiuto solido urbano

Nella classifica annuale di “Ecosistema urbano”, stilata da Legambiente in collaborazione con il Sole 24 ore, Padova guadagna quest'anno un quinto posto tra le 15 grandi città capoluogo, sopra i 200 mila abitanti.

I PARAMETRI. Una “fotografia ambientale” scattata impiegando 28 indici tematici per confrontare tra loro le città. Padova, rispetto all’anno scorso, in 16 di questi migliora, ma nella maggioranza dei casi non significativamente, in tre peggiora, in sette resta stabile, due parametri sono nuovi e quindi non confrontabili con l’ultimo anno.

LA CLASSIFICA: Guarda i dati di tutte le città capoluogo del Veneto.

LA CLASSIFICA: Guarda i dati di tutte le città capoluogo del Veneto.

ciclabile lungofiume-2I DATI POSITIVI. Notevole per Padova, il salto di qualità sul fronte del solare fotovoltaico, che in un anno passa da 0.13 kilovatt installati su edifici di proprietà comunale, a 2.91 kilovatt. Aumenta anche il verde urbano fruibile: da 9.58 metri quadrati per abitante a 12.24. Per la prima volta in un decennio, poi, smettono di aumentare le auto circolanti nel comune, che scendono da 59 a 58 ogni 100 abitanti. Bene anche per le piste ciclabili per le quali Padova si piazza prima tra le 15 grandi città con 16,47 metri di pista ogni 100 abitanti.

I DATI NEGATIVI. Peggiorano invece gli indici relativi ai consumi idrici con 155,8 litri di consumo giornaliero procapite contro 152 dell’anno precedente e alla produzione di rifiuti soldi urbani con 690,7 chili per persona prodotti in un anno contro i 661,8 dell’anno prima. Resta molto critica, anche se in lieve miglioramento, la qualità dell’aria.

inquinamento-polveri-sottili_pm10_originalINQUINAMENTO ATMOSFERICO. Nel 2010 Padova è risultata fuorilegge per le polveri ultrasottili (Pm2,5) con una media annuale di 31 microgrammi per metro cubo d’aria, contro i 25 microgrammi consentiti per legge. Per quanto riguarda le polveri fini (Pm10) ha collezionato 93 superamenti del limite giornaliero di legge contro i 35 giorni ammessi per legge. È risultata fuorilegge anche per il benzo (a) pirene, e all’Arcella per gli ossidi di Azoto che sono arrivati ad una media annuale di 46 microgrammi per metro cubo d’aria contro i 40 consentiti per legge. Dall’inizio di quest’anno, poi, Padova ha battuto ogni record negativo dell’ultimo decennio per quanto riguarda l’ozono, con 103 superamenti giornalieri del limite per la protezione della salute umana, contro i 25 ammessi per legge in 365 giorni. Dall’inizio del 2011, infine il Pm10 ha già collezionato 55 sforamenti giornalieri che, finita l’estate, stanno diventando sempre più frequenti.

IL COMMENTO. “Nonostante Padova sia, dopo Trieste, la meno popolosa e per questo motivo dovrebbe godere di ovvi vantaggi sul piano ambientale, si piazza soltanto quinta - commenta Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - Non solo, ma anche l’anno scorso, sostanzialmente, aveva davanti a sé le stesse grandi città, ovvero Venezia, Bologna, Genova Verona, più Trieste, Firenze e Bari che quest’anno riesce a scalare. Come lo scorso anno Padova ha dietro di sé ha Torino, Milano, Roma, Napoli, Palermo, Messina, Catania. Ci saremmo aspettati di più nel confronto con le grandi città”.

POLITICHE AMBIENTALI. “Al di là della posizione in classifica, o alle buone performance in qualche settore – conclude Passi - non possiamo parlare di un miglioramento globale di Padova rispetto all’anno precedente. Perché? L’amministrazione continua a non cambiare passo e non imboccare la strada della reale integrazione dell’ambiente nelle varie politiche del Comune. Manca la capacità politica di ripensare la gerarchia delle priorità, di gestire il territorio senza continuare a consumarlo e a cementificarlo, di organizzare la mobilità in città abbandonando il feticcio dell’automobile”.

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