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Il geografo che studia il consumo di suolo: "Padova e Veneto record negativo, servono misure di compensazione"

Il prof. Pappalardo: "Padova ha delle criticità legate al sistema di drenaggio a livello urbano. Quando si verificano degli eventi più o meno estremi, questi problemi emergono"

"La città di Padova ha delle criticità legate al sistema di drenaggio a livello urbano, così quando si verificano degli eventi metereologici, più o meno estremi, questi problemi emergono. Ci sono stati a Padova tre eventi molto importanti dal punto di vista pluviometrico, venerdì, sabato e domenica. La capacità di carico idraulica è stata messa a dura prova tanto che le problematiche che sono poi emerse sono state gravi in molte zone della città". Eugenio Pappalardo è ricercatore e docente di geografia del Master in GIScience e droni, presso il Dipartimento di Ingegneria (ICEA) dell'università di Padova. Siamo andati a trovarlo in facoltà per capire qualcosa in più della situazione in cui si viene a trovare la città quando si verificano fenomeni come quelli di sabato 21 luglio. "Lo conferma anche lo studio di Ispra usciti nell'ultima settimana, i dati sul consumo di suolo a Padova non sono affatto confortanti. Circa il 49% del suolo è completamente impermeabile". 

Con all'attivo due dottorati, il primo in geografia fisica e umana, l'altro in agronomia ambientale, è esperto di Sistemi Informativi Geografici e analisi territoriali complesse. Insieme al gruppo "territori delle diversità ecologiche e culturali", guidato dal prof. Massimo De Marchi, da anni porta avanti ricerche sulla sostenibilità ambientale in ambito urbano, rurale e tropicale, con diversi progetti Amazzonia.

In particolare il prof. Pappalardo sta conducendo, nell'ambito delle attività di ricerca del Master in GIScience “Servizi Ecosistemici Urbani”, una meticolosa ricerca sul "consumo di suolo" - ossia il processo di impermeabilizzazione dei suoli - basandosi su immagini aeree multispettrali ad altissima risoluzione del territorio padovano e modellizzazione spaziale utilizzando indici ecologici urbani. "Abbiamo usato per l'analisi l'indice BAF" afferma, "ossia il Biotope Area Factor. Un indice ecologico che permette di mappare il suolo consumato e di esprimere con valori da 0 ad 1 il grado di permeabilità delle superfici".

La sperimentazione, condotta su quattro aree urbane (San Lazzaro, Forcellini, Basso Isonzo, Brentelle), ha permesso di identificare le aree della città più impermeabili e quindi più esposte a criticità idrauliche legate ad eventi climatici importanti come quelle dei giorni scorsi. "Tornare indietro rispetto al consumo di suolo - spiega il prof. Pappalardo - non si può. Difficilmente poi si va a ripristinare un'area industriale a terreno naturale. Si può però mettere in atto misure di mitigazione e compensazione: come e dove si va a costruire, ad esempio. Oppure recuperare aree abbandonate. Qui però siamo nell'ambito della rigenerazione urbana. Intervenire con soluzioni come i giardini verticali può essere anche una soluzione. Le piante assorbono acqua, la trattengono e sono in grado di farla evapore. Usare meccanismi e principi biologici delle piante".

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