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Ampliamento Alì, la maggioranza legata a Benciolini detta le condizioni per approvarlo

L'associazione “Padova Insieme”, che fa capo all’assessora e al consigliere comunale Paolo Sacerdoti, ha presentato nei giorni scorsi un documento dettagliato al sindaco Sergio Giordani da cui emerge una certa apertura

«L’ampliamento dell’Alì di via Svezia può essere accettabile solo se diventa un’operazione condotta in maniera innovativa e coraggiosa, in grado di portare vantaggi a tutte le parti in causa, anche ai cittadini più sensibili alle tematiche della qualità della vita e dell’ecologia». È questa la sostanza di un documento che l’associazione “Padova Insieme”, che fa capo all’assessora Francesca Benciolini e al consigliere comunale Paolo Sacerdoti, ha presentato nei giorni scorsi al sindaco Sergio Giordani.

Le condizioni

Per diventare  accettabile il progetto dell’ampliamento dell’Alì dovrebbe ripagare l’ulteriore sacrificio di una porzione di territorio padovano con benefici ambientali concreti e misurabili, diventando un esempio virtuoso a cui dovrebbero attenersi anche in futuro la nostra e altre amministrazioni: «Il nuovo deposito dell’Alì  - spiega il consigliere Paolo Sacerdoti - avrebbe un costo in termini ambientali, di consumo di suolo e paesaggistico non giustificabile. Per poterlo votare devono essere adottate misure tali da renderlo non solo ecologicamente sostenibile, ma anche vantaggioso per la collettività, oltre che innovativo nell’ambito della grande distribuzione». Il documento parte dalla considerazione che la coalizione Giordani ha vinto le elezioni con un programma all’insegna dello sviluppo sostenibile, e in particolare del consumo di suolo zero, e che derogare a questo patto significherebbe tradire la fiducia degli elettori e metterebbe a rischio la credibilità degli eletti. 

La grande distribuzione

«Allo stesso tempo non si può ignorare che il modello produttivo/distributivo che vede al centro la grande distribuzione con tutte le sue criticità, visto che sottrae alla cittadinanza aree vitali destinate alle coltivazioni, alla vivibilità urbana, alla socializzazione, è quello a cui tutti, per ragioni di economia e praticità, ricorriamo. Inoltre bisogna anche considerare che l’eventuale spostamento del complesso commerciale nel territorio di un comune limitrofo, a seguito di un rifiuto del comune di Padova, sarebbe del tutto irrilevante dal punto di vista del consumo di suolo e dell’impatto che simili edifici hanno per un territorio che si dimostra sempre più fragile come hanno dimostrato anche i recentissimi allagamenti nella nostra Regione. È bene pertanto che la città si faccia carico di pianificare lo sviluppo del territorio avanzando proposte politiche globali.

Le soluzioni

Il documento elenca poi in quali direzioni vadano ricercate le soluzioni realmente compensative. Inizia dall'impatto neutro del consumo di suolo. Si chiede di verificare se è possibile utilizzare uno strumento analogo a quello dei crediti edilizi per spostare la superficie edificabile da altre aree del territorio comunale a Granze, garantendo quindi un impatto neutro a livello comunale circa il consumo di suolo: non quindi una ricerca di piccole aree da depavimentare, ipotesi che non ha ricadute ambientali significative, ma un reale spostamento di aree edificabili, in modo da garantire un effettivo risparmio di territorio. Poi la viabilità:Attualmente l’accesso al fabbricato di Alì avviene solo per via Maestri del Lavoro. Va valutata, con un’analisi svolta da un soggetto terzo dalla committenza, l’opzione di individuare un nuovo accesso alla tangenziale da Via Inghilterra, ponderandone benefici e disagi. Per il nucleo residenziale si può ipotizzare la posa di elementi dissuasori e di protezione del quartiere sia per la qualità dell’aria sia per i rumori. Il movimento di Benciolini e Sacerdoti chiede anche di limitare la superficie impermeabile, sia riducendo gli spazi destinati al transito dei mezzi e sia applicando materiali permeabili per tutti i percorsi destinati ai veicoli di minor peso (auto e scooter, biciclette) e di prevedere l’impianto di alberi anche in corrispondenza delle vasche di laminazione, cosa possibile, al fine di garantire una migliore mitigazione e potenziare i servizi per la biodiversità.

Compensazioni ambientali 

«Gli oneri versati dal committente per la variante urbanistica, pari al 60% del maggiore valore senza sconti o altri benefici, non dovranno essere dispersi in mille rivoli di opere magari già previste - si legge nel documento - ma dovranno essere interamente utilizzati per interventi strategici di rilevante interesse ambientale chiaramente individuati prima del voto del consiglio comunale, con una particolare attenzione  al territorio circostante. Un esempio può essere la depurazione delle acque del fiume Roncajette dagli scarichi fognari e il suo recupero paesaggistico. Un altro esempio, che si ispira agli esempi già implementati in diverse città europee, è l'introduzione di un sistema a biochar in grado di sequestrare la CO2. L’impatto negativo in termini di consumo di suolo con il nuovo polo logistico va accompagnato da un ripensamento in chiave sostenibile della Grande Distribuzione Organizzata. Una proposta in questo senso non può che essere formulata da Alì Spa ma dovrebbe sicuramente avere, per non apparire greenwashing, una serie di obiettivi chiari e misurabili. Padova Insieme chiede infine al Comune di Padova di farsi parte attiva con la Regione perché attivi una pianificazione del riutilizzo delle aree industriali dismesse e degradate per conseguire un reale risparmio del suolo a livello regionale».

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