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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Sant'Urbano

Ampliamento discarica di Sant'Urbano: si va al Tar

«Impugnato innanzi al TAR per il Veneto, il provvedimento con cui la Regione Veneto ha dichiarato la compatibilità ambientale del progetto, presentato dal gestore Gea Srl, avente ad oggetto l’ampliamento della discarica»

Il Comitato Popolare “lasciateci respirare” -  Terre Nostre Veneto - Associazione “L’altra Este” - Comitato “Lasciateci Respirare” di Lendinara ha ufficializzato il ricorso al Tar contro la scelta della Regione Veneto di accogliere il progetto della Gea S.r.l., che punta all’ampliamento della Discarica di Sant’Urbano (PD). «Abbiamo - spiegano dai comitati - dovuto registrare un silenzio e un immobilismo da parte di tutti i sindaci dell'area che stanno spianando la strada al completamento dell’iter autorizzativo.Per questo motivo, nonostante il periodo di emergenza che abbiamo affrontato, che ha impedito qualsiasi tipo d’iniziativa e di mobilitazione, i Comitati e le Associazioni hanno continuato a operare per contrastare questo progetto devastante che prevede l’autorizzazione a conferire 995.000 m3 di rifiuti, l’innalzamento di oltre 3 metri della copertura finale, il rinvio del fine vita della discarica dal 2022 al 2029. Con il mandato assegnato all’Avv. Francesco Maracino, il Comitato “Lasciateci Respirare” ONLUS di Lendinara (in rappresentanza di tutte le realtà associative del territorio), ha impugnato innanzi al TAR per il Veneto, il provvedimento di VIA (Valutazione d’impatto ambientale) con cui la Regione Veneto ha dichiarato la compatibilità ambientale del progetto, presentato dal gestore Gea Srl, avente ad oggetto l’ampliamento della discarica per rifiuti urbani e speciali di Sant’Urbano e la realizzazione di un impianto ad osmosi inversa per il trattamento del percolato in cui sono state purtroppo rilevate delle sostanze PFAS (perfluoroalchiliche)».

Ricorso

«Il ricorso giurisdizionale proposto si fonda su un cospicuo numero di motivi, circa una trentina, con i quali vengono evidenziati i corrispondenti vizi di legittimità dell’atto impugnato. Dato il carattere particolarmente tecnico della materia e vista la complessità del caso, è opportuno evidenziare, in termini semplici e comprensibili, solo taluni punti essenziali della controversia. Secondo i motivi d’impugnazione, innanzitutto è stata richiesta, e poi rilasciata, una sola VIA ed invece ne avrebbero dovuto essere richieste e rilasciate due, una per l’impianto per le sostanze PFAS ed un’altra per l’ampliamento. In secondo luogo, il progetto di ampliamento non potrebbe giustificarsi sulla finalità di finanziare l’impianto. Inoltre, la Gea Srl avrebbe imputato in modo inesatto i costi di realizzazione dell’impianto come se fossero costi relativi alla fase successiva alla chiusura della discarica. Risulterebbe evidente, poi, secondo i motivi d’impugnazione, il fine, in conflitto con le norme nazionali, di continuare ad utilizzare la discarica quale discarica tattica regionale, cioè utilizzata da tutta la Regione. Infine, difetterebbe una corretta analisi delle alternative all’ampliamento».

Spese legali

L'iniziativa ha bisogno di essere sostenuta, spiegano. Anche a livello concreto: «Per queste - concludono - iniziative già costruite e per quelle in cantiere c'è bisogno del contributo di tutti. Per sostenerci anche in questo difficile passaggio è possibile versare un contributo utilizzando questo codice IBAN IT53 Y 01030 62660 000061185748 - intestato a Comitato Popolare lasciateci respirare - specificando la Causale: Ricorso Discarica».

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