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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Ancora pochi passaggi formali e anche a Padova parte il "controllo di vicinato"

"La novità consiste nel mettere al centro il protagonismo civico - spiega il consigliere Tarzia - che però non si sostituisce mai a quello delle forze dell'ordine"

Sarà tra poco introdotto anche a Padova, mancano solo dei passaggi formali, il "controllo di vicinato". Caldeggiato e proposto in consiglio comunale dal consigliere di maggioranza Tarzia, eletto nella lista Giordani Sindaco. Chiediamo quindi sia allo stesso Tarzia, che al comandante della polizia locale, Fontolan, di spiegarci questa novità. 

Il consigliere Tarzia e il controllo di vicinato

La prima cosa, scontata, che chiediamo al consigliere, è se stiamo parlando di ronde, come banalmente si potrebbe pensare. "La misura - spiega Tarzia - viene fatta proprio per evitare le ronde e va nella chiara direzione di avvicinare i cittadini alle istituzioni. La vera novità consiste nel mettere al centro il protagonismo civico e far capire che c'è un controllo statico di un territorio che però non si sostituisce alle forze dell'ordine". Chiediamo quindi come saranno distinte le zone dove verrà organizzato questo sistema: "Le zone prescelte - continua il consiglier - saranno anche segnalate da una cartellonistica apposita  Il “Controllo di Vicinato” è una libera forma associativa auto organizzata tra cittadini vicini di casa per tenere gli occhi puntati sul proprio quartiere, sugli spazi pubblici più prossimi, sull’area dove sorge la propria abitazione o si svolge la propria attività commerciale. Questa collaborazione fra cittadini e forze di polizia laddove è operativa ha determinato una sensibile riduzione delle condizioni che favoriscono furti in appartamento, truffe agli anziani, raid vandalici, spaccio di sostanze stupefacenti e reati ambientali.Ha creato un diverso clima di sicurezza, coesione sociale e senso di vicinanza, rinforzando i legami di una comunità che diventa più unita e consapevole. Nel “Controllo di Vicinato” non è previsto alcun intervento attivo dei cittadini in sostituzione dei compiti delle forze di polizia, ma solo una collaborazione tra vicini perché si instauri e si percepisca un maggior clima di sicurezza di cui dovrebbero beneficiare in particolare anziani, donne e bambini".

Le parole del comandante Fontolan

"A questo progetto che fa capo alla prefettura, che lo ha già attuato da qualche mese già in alcuni comuni della provincia, hanno aderito. Anche il comune di Padova vuole aderire e ha nel prefetto il supervisore. Si realizza nella partecipazione attiva dei cittadini e consiste nella creazione di di una rete di cittadini residenti in alcune zone più problematiche, o ritenute tali della città. Verrà creata una rete tra cittadini che faranno riferimento a una figura di coordinatore, che sarà sempre un residente, per gruppi, rioni o vie, che avrà il compito di raccogliere eventuali osservazioni e problematiche riscontrate, legate alla sicurezza. Questi dovranno segnalare alla polizia locale, piuttosto che a quella di stato, in base alla competenza. E’ una forma partecipativa del controllo del territorio, già realizzata negli Stati Uniti. Al cittadino non viene dato nessun compito di vigilanza attiva o di controllo, ma di mera osservazione. Questo viene specificato nella bozza del prefetto. Si crea una rete di cittadini, all’interno dei quali l’amministrazione, con un percorso condiviso, individuerà dei coordinatori che fanno da interfaccia con amministrazione eforze di polizia. Le figure di coordinatori verrano formate e dovranno tenere i contatti anche per via telematica e con le altre forze di polizia. Non ha nulla a che vedere con ronde o controllo del territorio, semplicemente quando si notano delle presenze sospette le si riferiscono al coordinatore che poi fa gli accertamenti".

Le zone

"In questa fase - conclude Fontolan - è stata approvata la decisione di aderire, poi ci sarà il vero e proprio atto presso la prefettura, con la richiesta di aderire all’interno del territorio di Padova. I cittadini diventano osservatori e testimoni qualificati, per implementare il controllo capillare. E' chiaro che questo progetto non ha senso ovunque, ma solo nelle zone più problematiche".

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