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Nuovo assetto per gli Ats di Padova, passa in Regione con le "correzioni" del centrosinistra

Elena Ostanel: «Siamo riusciti ad emandare un testo, quello relativo alla riforma del servizio sociale e socio-sanitario. Diverse erano le preoccupazioni emerse dai sindacati e dai Comuni. Resterà pubblica»

Approvata in Regione la legge che determina un nuovo assetto organizzativo e istituzionale degli interventi e servizi sociali, istituendo gli Ambiti Territoriali Sociali. Un passo che riguarda molto da vicino anche Padova, che ha ottenuto un “pass” in più grazie agli emendamenti del Pd e del Veneto che Vogliamo. «Abbiamo approvato una legge molto significativa - commenta l'assessore regionale alle politiche sociali, Manuela Lanzarin - perché gli Ats diventano il contesto nel quale sarà sviluppata la gestione associata dei servizi sociali. Essi divengono il fulcro della programmazione, della pianificazione, del coordinamento locale e della gestione della funzione socio-assistenziale, con una visione complessiva su un territorio vasto rispetto a quello del singolo Comune. E’ stato fatto un buon lavoro, per il quale ringrazio tutto il Consiglio e i nostri tecnici».

L'assessora Lanzarin

«La Regione Veneto oggi è la prima Regione in Italia a normare l’organizzazione dei servizi sociali territoriali dopo la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) - evidenzia l’assessore - e a declinala con gli Ambiti territoriali sociali (Ats), indicando in maniera esplicita la soluzione di un ente terzo dotato di personalità giuridica come soluzione capace di costruire servizi di qualità proprio a partire dall’investimento sulla stabilità e le competenze del personale addetto. La logica di un ente terzo fatto dai comuni associati e dedicato agli interventi sociali consentirà la messa a fattor comune delle risorse oggi frammentate e scarse presenti sul territorio a supporto di una programmazione capace di fare le giuste economie di scala e di dialogare alla pari per l’integrazione con il mondo sanitario e le aziende Ulss (esperienza già consolidata, ndr), con quello del lavoro, della scuola e i Provveditorati, con la giustizia, ecc. A ben vedere tutti dialoghi che richiedono una dimensione sovracomunale e che richiedono una organizzazione stabile».

Padova

«E’ stato fatto un lavoro capillare partendo dal basso – aggiunge Lanzarin – di concerto con i Comuni e le Conferenze dei Sindaci. Da qui la nuova definizione degli Ats da 21 a 24 ambiti, recependo anche le istanze di Verona e Padova. Avremo in generale più accessibilità, più trasparenza, più omogeneità nelle prestazioni socioassistenziali. Importante anche la dotazione finanziaria, 5,5 milioni, per dare avvio a queste infrastrutture sociali»

Il Pd

«Con l’approvazione di un ordine del giorno che ho proposto, e che ha trovato la condivisione di tutti i colleghi padovani, è stato fissato un preciso impegno per la Giunta regionale, ovvero quello di un ridisegno degli Ats nella provincia di Padova, che porti il loro numero dai tre previsti a cinque – spiega la consigliera regionale, Vanessa Camani - .La richiesta formulata con questo documento, accolta dall’assessore Lanzarin, arriva direttamente dal Comitato dei sindaci del distretto di Padova e prevede che questo territorio venga suddiviso in tre Ats. Questo sulla base di un’analisi dei bisogni dei territori e dell’esigenza di garantire servizi di prossimità ai cittadini, cosa che può realizzarsi sono con ambiti di dimensioni contenute. Portando in questo modo, con quelli dell’Alta e della Bassa, a cinque il numero degli ambiti per la provincia di Padova».

Elena Ostanel

«Siamo riusciti a correggere un testo, quello relativo alla riforma del servizio sociale e socio-sanitario, con importanti emendamenti correttivi. Diverse erano le preoccupazioni emerse dai sindacati e dai Comuni - in maniera trasversale rispetto al colore politico - per questo ritengo ancora più importanti i correttivi apportati - dichiara Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto che Vogliamo, a margine della votazione sul progetto di legge di riforma degli Ats - .La preoccupazione maggiore - e che avrebbe avuto un impatto sui lavoratori del settore socio-assistenziale e sul servizio al cittadino - era la necessità che gli Ats restassero a gestione pubblica: grazie ad un nostro emendamento siamo riusciti a far mettere nero su bianco il divieto di trasformare le Ats in società di capitali, a tutela, almeno nel servizio sociale, della sanità pubblica. Ma abbiamo anche ottenuto, su richiesta della città di Padova in particolare, che siano i Comuni a scegliere come organizzare i propri ambiti, anche in convenzione, e che la valutazione della riforma sia annuale perché non dobbiamo permetterci di scaricare maggiori costi sui Comuni che sono già in estrema difficoltà con i bisogni di assistenza che aumentano - prosegue Ostanel - .Se oggi ci possiamo dire soddisfatti delle modifiche apportate non lo siamo invece pensando alle risorse investite. L'appuntamento sarà ancora una volta al prossimo bilancio, per vedere alla prova dei fatti se i Comuni beneficeranno dei fondi necessari per mettere in piedi questa importante riforma» conclude la consigliera.


 

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