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Bitonci: «Con Toninelli accordo sui bus elettrici 24 metri. Così l'amministrazione potrà fare come con l'ospedale, dietrofront»

«Si è discusso di una eventuale modifica del codice della strada che dia la possibilità di usare i bus elettrici 24 metri. In uno dei prossimi provvedimenti proporremo l’emendamento. E successivamente ci sarà una sperimentazione per le città che vogliono guardare al futuro invece che al passato»

«Sono stato da Toninelli per discutere alcuni temi legati alla questione tram, alcune cose le posso dire, altre neppure sotto tortura». Esordisce così, al telefono, il sottosegretario Massimo Bitonci. E' di buon umore, ironico al punto giusto. Ma prima di lasciare spazio alle battute, che non sono mancate, puntiamo al sodo: «Abbiamo condiviso che il problema delle manutenzioni e del sistema, ormai superato, ha complessità rispetto ad altri sistemi che funzionano meglio», dice riferendosi al tram, che non nomina mai in mezz’ora di conversazione. «Abbiamo avuto una lunga chiacchierata su tutti quanti i sistemi di trasporto, a livello nazionale». Poi cala il jolly: «Si è discusso anche una eventuale modifica del codice della strada che dia la possibilità di usare i bus elettrici da 24 metri. La feci già questa richiesta, insieme ad altri sindaci di altre città. Con il ministro abbiamo ribadito questa necessità. Aspetto che ha condiviso». E precisa: «In uno dei prossimi provvedimenti proporremo l’emendamento. E successivamente ci sarà una sperimentazione per le città che vogliono guardare al futuro invece che al passato».

24 metri

Come capita spesso quando si riporta un’intervista, partire dalla fine è la cosa più logica. E’ così anche in questo caso. Perché che il tema dell’incontro abbia avuto al centro i mezzi pubblici, si sapeva. Che si sia affrontata la questione tram si evince dalle poche notizie trapelate che svelano presumibilmente i motivi del guasto che ha causato il deragliamento del tram. In attesa della relazione dell’Ustif è tutto quel che si sa ed è bastato per alimentare il dibattito. Ma che si fosse parlato di aumentare la portata dei bus elettrici a 24 metri è una novità. 

Padova

il fatto che si sia parlato di Padova però non è un mistero: «Si è parlato del sistema del trasporto pubblico in generale, anche se è chiaro che certe situazioni particolari vanno monitorate con maggior attenzione». Si è parlato pure del deragliamento: «Sono trapelate indiscrezioni che ci dicono che di Padova si è parlato, ma ripeto, si è ragionato a più ampio raggio». Insistiamo: a lei il tram non piace, o ha  cambiato idea? «Io no, non ho cambiato idea, sono loro  - facendo riferimento all’attuale amministrazione comunale - che continuano a incaponirsi su progettualità che da tempo avevo ribadito essere fuori dal tempo e dalla storia. Anche altre città governate dal centro sinistra guardano verso l’evoluzione tecnologica in atto, i ragionamenti che fa il Pd di Padova invece sono molto provinciali. Ma altre giunte di centro sinistra sposano altri progetti rispetto alle scelte che vengono fatte a Padova». 

Bus elettrici

Lei insiste con i bus elettrici, il nodo è sempre stato legato ai limiti di legge che impone i 16 metri nelle aree urbane. Se dovesse esserci questo cambiamento nel codice della strada, sarebbe una occasione da non perdere. Questo intende?  «La soluzione migliore è guardare ai bus elettrici, soprattutto quelli a 24 metri. E’ vero, non è consentito, al momento. Ma le cose possono cambiare se c’è la volontà di volerlo. E il ministro Toninelli mi da ragione su questo. La vecchia monorotaia ha problemi, per non parlare  dei pezzi di ricambio. Ci vuole occhio di riguardo verso un mezzo che è fuori produzione». Poi prosegue: «I bus elettrici e corsie preferenziali a sistema di guida ottica, per esempio. Le soluzioni ci sono».

Stoccata

Infine la stoccata: «Loro - riferendosi sempre all’amministrazione comunale, che come il tram non cita mai - portano avanti progetti di questo tipo con costi elevatissimi. Se un sistema è diventato obsoleto significa che forse anche loro dovrebbero pensare di guardare al di là del loro naso. Poi siccome sono i tenutari della verità assoluta…». Il sottosegretario ride, così gli chiediamo il perché: «Come è successo anche in passato sulla storia dell’ospedale, andrà allo stesso modo. Sono i campioni del dietrofront. E la demagogia che usano parlando del tram è la stessa che hanno usato per l’ospedale. E com’è andata a finire con l’ospedale? Che lo hanno fatto a Padova Est».

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