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Dopo l'espulsione dalla Lega e la tessera dal 1994, Fabrizio Boron passa in Forza Italia

Il consigliere regionale ed ex assessore paga l'opposizione a Bitonci e Stefani: «In tre mesi non ho ricevuto una telefonata dai vertici. Continuerò a portare i valori del federalismo e dell'autonomia»

Anche Fabrizio Boron approda in Forza Italia. Espulso dalla Lega dopo essersi opposto alle manovre di Massimo Bitonci e Alberto Stefani, il consigliere regionale ed ex assessore proprio della giunta Bitonci, va con Flavio Tosi: «In tre mesi non ho ricevuto una telefonata dai vertici. Continuerò a portare i valori del federalismo e dell'autonomia» le sue parole.

In Lega da 30 anni

Fabrizio Boron era in Lega dal 1994, ma a causare la decisione del consiglio di disciplina di tirare fuori il cartellino rosso è stata l'ultima campagna elettorale. Secondo fonti del partito, Boron avrebbe sostenuto a Mestrino il candidato sindaco avversario dell'esponente scelto dal Carroccio. Accusa sempre negata dall'ex leghista, che però si è opposto in più occasioni alle decisioni prese dai parlamentari padovani Bitonci e Stefani, che nel frattempo è diventato segretario regionale. E lo ha fatto anche pubblicamente, elemento che ha molto infastidito Matteo Salvini.

Il caso Padova

Dopo le amministrative dello scorso anno a Padova, con la candidatura di Francesco Peghin non condivisa con la base, aveva mosso accuse pesanti nei confronti di Massimo Bitonci e Alberto Stefani, che all'epoca avevano scelto l'imprenditore da opporre a Sergio Giordani. I risultati erano stati nefasti, perchè Peghin ne era uscito sconfitto nettamente già al primo turno e questo aveva permesso al consigliere regionale di puntare il dito contro i vertici della Lega padovana, convinto che avrebbero pagato un prezzo salato per la batosta. Cosa che in realta non è avvenuta. Senza peli sulla lingua, ha sempre parlato pubblicamente di «metodo Bitonci» e di «poltrone romane», attirando l'attenzione anche del segretario federale e attuale ministro ai Trasporti Matteo Salvini. Ed è stato proprio Salvini a pretendere segnalazioni su queste ultime elezioni, pretendendo di conoscere eventuali "tradimenti". Dopo Mestrino, quindi, nella serata del 30 maggio, la decisione del comitato disciplina e garanzia del federale avvallata direttamente da Salvini.

Gli altri

Recentemente anche Alain Luciani è passato dalla Lega a Forza Italia, sempre dopo essersi opposto duramente (ma meno pubblicamente) alle decisioni di Bitonci e Stefani. Nel prossimo futuro potrebbe accettare la proposta di Tosi anche un altro "big", ovvero Roberto Marcato. Sia lui che Boron rappresentano però la Lega della prima ora, quella del Leon e il passaggio in un partito moderato come quello immaginato da Silvio Berluscono, stona un po' con lo Statuto. Flavio Tosi però, cordinatore regionale di Forza Italia, sembra essere riuscito nell'opera di risucchiare uomini al suo vecchio partito, quello da cui pure lui era stato espulso 8 anni fa. All'epoca sia Marcato che Boron lo definirono «traditore».

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