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Autovelox, Scacco: «Ecco i dialoghi tra sindaco e comandante». Schiesaro: «Lo denuncio»

Rivelazioni choc quelle di Enrico Scacco, che di fronte alla stampa ha mostrato un dossier riguardante le multe prodotte dall'autovelox di Cadoneghe la scorsa estate con tanto di dialoghi tra sindaco e comandante della Polizia Locale. Schiesaro: «Tutto falso, avviso subito la Procura»

Rivelazioni choc quelle di Enrico Scacco, che di fronte alla stampa ha mostrato un dossier riguardante le multe prodotte dall'autovelox di Cadoneghe la scorsa estate. Il candidato sindaco Enrico Scacco si è presentato alle 11 di fronte alla stampa e ad alcuni cittadini. Con lui c'è anche Simone Maniero del Sulpl, Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale. E' lo stesso Scacco che le definisce rivelazioni clamorose e riguardano l'iter che ha portato alla collocazione dell'autovelox che in un solo mese dopo essere stato installato dal comune di Cadoneghe, sulla 307 regionale del Santo, era stato in grado di comminare circa 24 mila multe. Il 10 agosto poi sarebbe stato messo fuori uso con dell'esplosivo che aveva danneggiato la parte elettrica, indispensabile per farlo funzionare. 

Di fatto Scacco rende pubblico un dossier che comprende dialoghi e documenti che cambierebbero completamente lo scenario fino ad ora raccontato. «Durante il periodo di test il comandante Moro informa il sindaco Schiesaro che sono più di 300 le multe prodotte, in soli 90 minuti. A mezzogiorno del 23 giugno gli apparecchi entrano in funzione. In un giorno vengono effettuate 2025 sanzioni e il sindaco reagisce in modo positivo nel venire a conoscenza di questa notizia da parte del comandante. Quindi oltre 2000 multe al giorno al sindaco va bene. Il numero cresce fino a quando non è fatto saltare in aria da un ignoto che ha distrutto l'autovelox». Scacco fa capire che, lo conferma anche a domanda diretta, che «gli ignoti che hanno messo fuori uso il dispositivo di fatto hanno fatto un piacere al sindaco, perché quello era l'unico modo per disinnescare la produzione di multe». Scacco mostra dei dialoghi tra il comandante Moro e Schiesaro assicurando che sono dialoghi autentici e a garanzia di questo assicura che terzi hanno effettuato una perizia che conferma che i passaggi su whatsapp non sono stati manomessi. «Gli autovelox sono stati voluti e approvati dal sindaco, ed è tutto in queste carte qui», dice Scacco agitando un voluminoso faldone. «Il 20 giugno siamo ancora nel periodo di prova degli apparecchi, quando ancora era possibile fermarne l'installazione. Il dispositivo registra una cifra esorbitante di multe ma al contrario di quello dice ora il sindaco, è chiaro che a lui andava bene così. A mezzogiorno del 23 giugno gli apparecchi entrano in funzione. In un giorno vengono effettuate 2025 sanzioni. Anche questo, emerge dalle conversazioni, va bene al sindaco Schiesaro. Il numero cresce fino a quando il dispositivo non è fatto saltare in aria da un ignoto che ha distrutto l'autovelox. E ricordiamoci che Moro non ha ancora avuto la possibilità di difendersi viste le sue condizioni di salute». Scacco fa anche riferimento alla questione dei pannelli luminosi, installati il 24, «quando si rende conto che quelli presenti non erano visibili». Scacco fa una precisazione quando gli facciamo notare che Schiesaro potrebbe rivolgersi alla magistratura per difendersi da quanto dichiarato e mostrato, il candidato ha infatti mostrato delle stampe dei dialoghi tra il primo cittadino e il comandante Moro. «Non entro nel merito della questione legale, che siano innocenti o colpevoli non lo può decidere il sindaco. Ma che non sapesse, non ci fosse lui dietro all'intenzione di incassare dalle multe, è innegabile. Altrimenti non si spiegherebbe neppure perché a maggio nel bilancio di previsione la somma prevista dalle multe era 4 volte superiore a quella degli anni scorsi. Perché era quello l'obiettivo, soldi in cassa il Comune non ne aveva più. Al di là della responsabilità che dovrà essere accertata, ma sindaco e giunta sono i responsabili politici di questa situazione e gestione irresponsabile. Credo che i cittadini abbiano diritto di conoscere la verità prima del voto del 7 e 8 giugno».

Simone Maniero del Sulpl fa alcuni esempi come quello dell'agente di Sanremo che finì in un calderone simile per via di un'immagine di lui che timbra il cartellino, in calzoncini corti, l'entrata al lavoro. Utilizzato come esempio negativo di uno che fa finta di lavorare, è emerso poi dopo un percorso non breve, che in realtà era un agente modello e che anzi l'amministrazione comunale gli doveva una cifra importante, 250mila euro, per servizi e ore di lavoro non pagate.  «Come sindacato sono qui per difendere la dignità della polizia locale che diventa il capro espiatorio per ogni situazione. E' facile utilizzarla come strumento per scaricare ogni problema. Fino a che non c'è una sentenza anche chi è indagato è ancora innocente, quindi aspettiamo una sentenza di Polizia. Gli operatori di Polizia Locale non traggono alcun vantaggio dal fare sanzioni anche se spesso la performance viene misurata in quanti verbali produce». 

Inutile dire che il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro è andato su tutte le furie quando ha saputo dell'iniziativa di Enrico Scacco. Per Scacco la perizia terza che ha assicurato l'autenticità dei messaggi tra il primo cittadino e il comandante Moro è incontestabile. Per il primo cittadino invece quanto avvenuto questa mattina è molto grave. «Scacco ha rivelato il contenuto delle conversazioni?!?! Informo immediatamente la Procura della Repubblica di ciò che è accaduto, non si possono mostrare atti coperti dal segreto istruttorio», ci risponde al telefono il sindaco di Cadoneghe. «La documentazione è già stata definita inattendibile, il Procuratore ha già detto che sono parte lesa». Schiesaro conferma che si rivolgerà alla magistratura per quanto accaduto oggi, nei confronti di Scacco. «Che modo è di condurre una campagna elettorale? Invece che parlare di programmi, di progetti, l'unica arma che sanno usare è quella dello sputtanamento del sindaco», ci dice Schiesaro che aggiunge di non aver più nulla da dire su questa faccenda. «Io mi muovo nel rispetto delle regole».

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