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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il caso della professoressa fermata al corteo antifascista: la solidarietà di Potere al Popolo dopo i Cobas scuola

La vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, la professoressa Maria Giachi fa ancora discutere, come anche l'opportunità di pubblicare la foto del suo fermo

Non solo le cariche di venerdì 29 marzo fanno ancora discutere ma anche i successivi fermi. La vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, la professoressa Maria Giachi fa ancora discutere, come anche l'opportunità di pubblicare la foto del suo fermo. Dopo la presa di posizione dei Cobas Scuola arrivano anche le parole di solidarietà di Potere al Popolo. Ecco la nota che pubblichiamo integralmente in cui si critica anche l'operato di uno dei quotidiani della città. A onor del vero anche la nostra testata è stata molto criticata per il resoconto a caldo dei fatti, perché, a detta degli organizzatori, nel titolo del pezzo che raccontava i fatti mettendo a disposizione anche il video di quanto fosse appena successo, «parlando di scontri si falsicava la realtà». 

La nota di Potere al Popolo

«Potere al Popolo condanna categoricamente il comportamento tenuto da quotidiani locali e da alcune testate nazionali come Libero e Il Giornale, che hanno capziosamente riportato la notizia del fermo di un’insegnante, avvenuto durante le violente cariche degli uomini della questura di Padova contro la manifestazione femminista e antifascista di venerdì 29 marzo scorso. Notizia poi ripresa e condivisa in modo del tutto acritico da parte dello staff del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni.La manifestazione femminista e antifascista era stata convocata in opposizione alla presenza, autorizzata dal questore Paolo Fassari, di un corteo di Forza Nuova guidato da Roberto Fiore, personaggio tristemente noto per essere stato a capo del movimento fascista Terza Posizione, nonché condannato per banda armata e associazione sovversiva. Questi, alla testa della sua rinnovata organizzazione, sfilava annunciando l'inizio della campagna referendaria promossa proprio da Forza Nuova per l'abrogazione della legge 194 che dal 1978 consente l'IVG. L'unico fine della manifestazione neofascista, autorizzata e legittimata dalla questura di Padova, era quindi quello di sostenere una visione politica regressiva del ruolo sociale delle donne, inserendosi perfettamente nell'attacco ai diritti civili (che è sempre anche un attacco ai diritti sociali) propugnato all'interno del XIII World Congress of Family, svoltosi a Verona da 29 al 31 marzo.La contromanifestazione delle forze antifasciste è stata bloccata e poi caricata per varie decine di metri. Senza la minima necessità dal punto di vista dell'ordine pubblico, si è perpetrata un'azione violenta durata oltre due minuti, come testimoniano le immagini video registrate sia da cronisti sul luogo sia da comuni passanti. È durante tale carica che una giovane professoressa di matematica, incaricata presso un istituto della provincia di Padova, viene sbattuta a terra e fermata, per essere poi rapidamente rilasciata dopo l'identificazione. Le polemiche si sarebbero limitate alla criticabile gestione dell'ordine pubblico da parte del questore, se un giornalista non avesse utilizzato la vicenda per imbastire una narrazione faziosa a tal punto da risultare falsificante, tanto più macando chiari riscontri fattuali. Mentre sono in corso di valutazione la querela per diffamazione e gli esposti agli organi competenti dal garante della privacy all’ordine dei giornalisti, oggi è stata lanciata una raccolta firme di sostegno, che già nelle primissime ore ha raggiunto più di millecinquecento firmatari fra docenti, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici di ogni settore. La campagna, promossa dal Coordinamento Regionale Veneto per la Scuola Pubblica, è raggiungibile a questo indirizzo ».

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