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Cento lavoratori a rischio dopo il trasferimento dei magazzini Gottardo a Piacenza

«Vogliamo sollecitare la Prefettura di Padova a convocare un tavolo nel quale tutti gli elementi vengano messi sul tavolo con estrema chiarezza»

Con l’apertura del magazzino di Gottardo a Broni in provincia di Piacenza e con lo spostamento di buona parte di volumi che venivano lavorati a Padova, quasi cento posti di lavoro sono andati perduti.

Adl

«Alla luce di questa situazione, è chiaro che l’apertura del nuovo magazzino ha creato un grave problema occupazionale e sociale in quanto un grande numero di lavoratori che aveva una occupazione ed un reddito, oggi è andato  ad ingrossare le file dei disoccupati. A tutt’oggi, solo 10 lavoratori sono stati assunti da Padova a Broni su circa 100 lavoratori che stanno già operando nel nuovo magazzino, mentre ci sono altri 30 lavoratori disposti a trasferirsi, ma nonostante gli impegni presi, al momento nessuna nuova proposta è stata fatta».

Contratto

«Tutti questi lavoratori -spiegano al sindacato - avevano un contratto a tempo determinato e molti di loro lavoravano in Gottardo da quasi due anni garantendo il funzionamento del magazzino offrendo spesso la propria disponibilità a sopperire alle necessità impellenti effettuando ore straordinarie e  turni di lavoro disagiati.In questi ultimi anni son ben  note a tutti le vicende, anche di carattere giudiziario, che hanno attraversato il magazzino Gottardo a Padova e che hanno prodotto già due cambi di appalto nel giro di poco più di un anno creando non pochi disagi ai lavoratori. Con l’ultimo cambio effettuato nel mese di agosto, che ha visto il subentro della società LOG UP,  Gottardo  comunicava che vi sarebbe stata anche l’apertura dal 1° di novembre del nuovo  magazzino a seguito dell’aumento della movimentazione di volumi, conseguenza della apertura di nuovi negozi Tigotà in tutta Italia. Ma diversamente da quanto comunicato in vari incontri in precedenza, nei quali  si parlava di voler mantenere comunque a Padova un certo volume di movimentazione al fine di mantenere buona parte anche degli occupati a tempo determinato, alla  loro scadenza al 31 ottobre, nessuno dei contratti veniva prorogato».

Tavolo

La nuova azienda subentrata, al cui consorzio veniva affidata anche la gestione del nuovo magazzino di Broni, si impegnava semplicemente ad assumere a Broni con contratto a tempo indeterminato quei lavoratori che avrebbero dato la loro disponibilità a trasferirsi e un impegno generico a dare priorità ai lavoratori rimasti senza lavoro in caso di nuove assunzioni a Padova: «Per questi motivi - concludono dall'Adl - chiediamo che vengano fornite maggiori garanzie sia per chi ha dato la disponibilità ad andare a Broni, sia per tutti quei lavoratori che non possono trasferirsi e che potrebbero trovare lavoro qui a Padova, solo se Gottardo decidesse di aumentare la movimentazione in Corso Spagna. La realtà sembra un’altra, anzi, ci sembra che si stia usando l’apertura del magazzino di Broni come spauracchio anche per chi lavora da molti anni a Padova con minacce di spostamento di altri volumi che metterebbero in discussione anche gli attuali posti di lavoro».

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