rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Cgil, Cisl e Uil: «Salute pubblica a rischio. Drastica riduzione delle risorse»

L'attacco delle sigle sindacali durante l’assemblea pubblica della “Staffetta della Salute”, la mobilitazione promossa dalle segreterie provinciali convocata per tenere alta l’attenzione sul tema sanitario

Si è svolta ieri sera, martedì 5 settembre, nella splendide cornice della Sala della Carità di via San Francesco a Padova, l’Assemblea Pubblica della “Staffetta della Salute”, la mobilitazione promossa dalle Segreterie Provinciali di Cgil, Cisl e Uil che – con il supporto delle rispettive categorie che seguono il pubblico impiego e i pensionati – attraverso presidi, volantinaggi e dibattiti pubblici, da inizio estate, ha fatto tappa in tutti i territori della provincia padovana con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul tema della Salute.

La salute come diritto dell'individuo

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti». È così che nell’articolo 32 della nostra Costituzione, i nostri padri costituenti hanno inteso garantire il diritto, a tutti i cittadini, ad accedere alle cure ma oggi, come è emerso nel corso della serata, questo appare più un diritto sulla carta che nella realtà. A dirlo, non solo gli interventi dei Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil di Padova – rispettivamente Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti – ma anche i numerosi contributi di lavoratrici e lavoratori, nonché di pensionate e pensionati, che hanno raccontato la loro odissea quotidiana nel mondo della sanità e del sociale.

La crisi della salute pubblica

Una crisi, quella del Sistema a Tutela della Salute Pubblica (Sanità, Socio-assistenziale e Socio-sanitario) che parte da lontano: negli ultimi 10 anni il taglio alla spesa sanitaria è stato di 37 miliardi con inevitabili conseguenze sul personale da tempo sempre più insufficiente, invecchiato e sottopagato: basti pensare che nonostante gli incrementi dettati dalla pandemia, negli ultimi 10 anni si è ridotto di quasi il 3%, passando da 682 mila a 664 mila lavoratrici e lavoratori, ha raggiunto un’età media superiore ai 55 anni e risulta pagato il 23% in meno della media OCSE. Questo, a cascata, ha avuto riflessi sul diritto di accesso alle cure dei cittadini. Il risultato? Sono ben più di 4 milioni quelli che hanno rinunciato a curarsi. Indicatori di questa crisi, sono per esempio le liste di attesa, dove a maggio, in Veneto, le priorità Differita (a 60/90 giorni) e Programmata (a 30 giorni) in lista di galleggiamento risultavano essere 153 mila, a Padova 27 mila. E sono dati probabilmente sottostimati. Il risultato è che chi può permetterselo ricorre, tramite pagamento, al privato, inducendo le persone ad acquisire sempre più confidenza con un modello non pubblico.

Le parole del segretario Marturano

«È evidente – dice il Segretario Generale della Cgil di Padova, Aldo Marturano – che a fronte di questo depotenziamento del sistema pubblico assistiamo a una doppia fuga: sia di coloro che, potendoselo permettere, si rivolgono per le cure al privato, sia del personale sanitario che appena può tende ad abbandonare il pubblico mentre tanti neo infermieri e neo medici scelgono l’estero e vanno in quei Paesi in grado di garantire loro condizioni lavorative e di vita decisamente migliori. Il tema principale è quindi quello delle risorse che, dati alla mano, sono sempre meno e continueranno ad esserlo viste le prime anticipazioni della prossima legge di bilancio. E questo è un problema destinato ad aggravarsi perché la domanda di salute cresce, essendo il nostro un Paese dove vi è un forte calo delle nascite e la popolazione è destinata a diventare sempre più anziana. È necessario che la Politica e la Società Civile ne prendano consapevolezza se vogliamo evitare il collasso del sistema con conseguenze catastrofiche».

«Troppe problematiche»

«Una serata – aggiunge Samuel Scavazzin, Segretario Generale di Cisl Padova e Rovigo – che ha messo sotto la lente di ingrandimento le tante problematiche che stanno attraversando il nostro sistema socio-sanitario. Sicuramente, tra le più importanti, è emersa la grave carenza di personale, medici, infermieri e operatori socio sanitari, che riscontrano le nostre strutture sanitarie. Questo non è accettabile ed è necessario che chi ha responsabilità istituzionali ne prenda coscienza. Dopo tanti anni di tagli è giunto il momento di invertire la lotta e dare il via ad un grande piano di assunzione e formazione del personale in grado di rilanciare il sistema a tutela della salute pubblica».

La Uil

«Davanti ai dati sul mondo della sanità usciti questa sera – conclude Massimo Zanetti, Coordinatore Uil Padova – dobbiamo porci delle domande perché nulla succede per caso: perché le risorse, pur essendoci, non si riescono a trovare? E dove sono queste risorse? Noi crediamo che, per esempio, si potrebbero trovare attraverso una seria lotta all’evasione (che in Italia raggiunge i 99 miliardi di euro) e ponendo fine ad una serie infinita di sprechi così da liberare disponibilità da destinare ad un diritto, come quello della salute, ma lo stesso discorso vale anche per quello all’istruzione, così costituzionalmente rilevante. Crediamo non si possa più rimandare onde evitare che la sanità scivoli terribilmente verso una dimensione privata».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cgil, Cisl e Uil: «Salute pubblica a rischio. Drastica riduzione delle risorse»

PadovaOggi è in caricamento