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Consiglio regionale, al voto la legge sul fine vita. Zaia: «Non sono il promotore»

Il Presidente ha voluto smarcare la discussione dalle beghe dei partiti, per questo ha insistito sul fatto che per ogni consigliere c'è la massima libertà di voto. E soprattutto ha fatto intendere che non è un test sulla tenuta della sua maggioranza

Sono circa le 11 del mattino quando prende la parola il Presidente Luca Zaia nel giorno in cui in Consiglio si vota sulla norma regionale che definisce tempi e modi di valutazione delle richieste di suicidio medicalmente assistito. «Non sono il promotore questa legge», chiarisce subito. Una seduta iniziata alle 10 e 30 del mattino, dove la prima mezz'ora è dedicata alle interrogazioni, ma il piatto forte della giornata è la discussione e il voto su questa proposta di legge che inevitabilmente sta facendo molto discutere. Servono 26 consiglieri a favore per il passaggio della legge regionale per la quale non sono stati presentati emendamenti. La proposta di legge popolare è stata possibile grazie alle 9 mila firme raccolte.

«E' un progetto di legge che introduce dei tempi e il ruolo della sanità. Oggi non autorizziamo un bel niente. Al di là di quello che si è detto a livello nazionale, discutiamo un progetto che introduce dei tempi e il ruolo della sanità. Non so quanto costituzionalmente sia sostenibile ma il vero tema non è autorizzare nulla. Nel 2009 Beppino Englaro chiese di staccare la macchina alla figlia Eluana, mentre il Tar lo autorizzava se ne discuteva in parlamento. Per una "operazione verità" bisogna ricordare cosa è successo in tutti questi anni, sin dal 2009 proprio con la sentenza per Eluana Englaro fino alla sentenza della Consulta del 2019, motivo per cui ora siamo qui.», ricorda Zaia. «Avevo pensato di non venire in aula, ma di fronte al battage mediatico e a una ipocrisia serpeggiante, ho ritenuto di esserci. Siamo qui per esercitare il diritto inviolabile della democrazia». Il presidente fa notare che la tanta attenzione dei media su quanto si decide oggi in Consiglio regionale è data dal fatto che la nostra regione è la prima a discutere questa norma di legge. «In Veneto le proposte di legge di iniziativa popolare devono arrivare in aula entro sei mesi. Questo testo introduce dei tempi e il ruolo della Sanità nel suicidio medicalmente assistito. Non so quanto costituzionalmente sostenibile sia tutto questo, ma l’ufficio legislativo di questa Regione ha dato un avallo».

L'impressione è che il Presidente voglia smarcare la discussione dalle beghe dei partiti, anche per questo ha insistito sul fatto che per ogni consigliere c'è la massima libertà di voto. E soprattutto ha fatto intendere che non è un test sulla tenuta della sua maggioranza. Non lo dice ma lo fa capire. Per questo l'assesora Lanzarin ha spiegato come la Regione si è mossa su questi temi.«Sei sono le richieste depositate alle aziende sanitarie. Solo la Ulss 2 trevigiana ha dato l'assenso. In tutte sono state proposte le cure paliative».

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