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Coronavirus, l'assessora Piva chiede aiuti per scuole paritarie e polemizza con la... Juventus

«Scuole e asili chiusi e poi ci sono certi presidenti di serie A che vorrebbero giocare con il pubblico. Pensiamo invece a chi è davvero in difficoltà, come gli istituti paritari che rischiano di finire in ginocchio»

Abbiamo cercato di capire con l'assessora Cristina Piva, vista l'incertezza che regna sulla chiusura di scuole, asili e istituti vari, come si sta muovendo il comune per far fronte alle difficoltà causate dall'allarme Coronavirus. «Come annunciato ieri interveniamo sulle rette degli asili per dare un aiuto alle famiglie. Sappiamo pure noi che la coperta è corta e che bisogna dare una mano a tutti. Per questo l'amministrazione chiederà a Governo e Regione di intervenire a sostegno delle scuole paritarie». 

Scuole paritarie

«Pensiamo alle scuole paritarie - sottolinea l'assessora Cristina Piva - sono in difficoltà anche perché hanno tariffe più alte e fisse mentre noi facciamo riferimento alla dichiarazione Isee. Richiederemo quindi anche per loro un sostegno al governo perché sono ancora più in difficoltà di quanto già lo siamo noi. Capisco i loro problemi, è giusto chiedere insieme un aiuto per chi offre un servizio fondamentale per la comunità. Per chi deve pagare il personale e resistere a questo momento di difficoltà, non è facile. Bisogna mettersi nei panni di questi che sono professionisti che offrono alla città un servizio a cui mai si potrebbe rinunciare».

Pallone e salute

Poi, cosa insolita per l'assessore, innesca una polemica che ci soprende: «Ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti. E invece chi è sotto i riflettori e ha evidentemente potere di condizionare umori e comportamenti  e opinione pubblica, cosa fa? I capricci». Chiediamo così a cosi si sta riferndo: « Mi riferisco al mondo del calcio, che ha ragionato da solo, come non fosse sottoposto a leggi di ordine pubblico. Come se la salute pubblica non fosse un tema di sua competenza. Mi meraviglio come il mondo a calcio si senta sempre come un mondo a parte, con delle regole tutte sue. Pensiamo a uno stadio pieno di gente in questo momento, cosa che è pure avvenuta. Addirittura i tifosi dell'Atalanta da Bergamo a Lecce per vedere la partita, hanno fatto andare».

Scuole e stadi

«Chiudiamo le scuole però gli stadi invece quelli c'è chi li vorrebbe aperti. Che giochino a porte chiuse va bene, ma non mi sembra proprio da Paese responsabile far muovere tante persone come è stato e poi appunto tenere asili e scuole chiusi. Mi meraviglio che non si faccia notare al Presidente di una illustre squadra di calcio italiano come quello che per lui sarebbe perdere l'incasso di un big match potrebbe costare molto di più in salute pubblica. A me pare pazzesco, siamo qui a ragionare su come aiutare chi è in difficoltà e cercare di spiegare come mai un comune può tagliare un costo e un'attività privata no e troviamo le pagine dei giornali piene di articoli di presunti esperti che spiegano perché bisognerebbe giocare il campionato di calcio di serie A con il pubblico quando le scuole invece devono rimanere chiuse. O siamo in allerta o non lo siamo. C'è bisogno di comportamenti responsabili da parte di tutti, anche dei presidenti delle squadre di pallone». Ma si riferisce per caso ad Andrea Agnelli? «Faccia lei, siete voi gli esperti di calcio. Io devo occuparmi delle scuole ma secondo voi un ragazzo che è casa da scuola che è chiusa per una emergenza sanitaria e sente in tv di un presidente arrabbiato perché non vuol perdere un incasso o un campionato, cosa pensa?». 

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