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Sant'Urbano: Comune e Gea Srl cambiano i piani per la discarica ma non avvertono la cittadinanza

A Sant'Urbano, frazione di Carmignano, la società che ha in gestione l'impianto e il Comune cambiano il progetto all'improvviso e in segreto, per poi vedersi costretti dalle proteste di cittadini e comitati a pubblicizzare un'assemblea pubblica per spiegarsi alla cittadinanza

La discarica di Sant'Urbano avrebbe dovuto essere coperta con pannelli in materiale naturale, dello spessore di un metro. Almeno così si era deciso e si era dichiarato, rispetto a una situazione, che preoccupa non poco, da troppo tempo, quella che vivono gli abitanti di Sant'Urbano, una frazione di Carmignano, nella Bassa Padovana, da non confondere con il comune omonimo che si affaccia sul Brenta.

La copertura di cui necessita la discarica dislocata in 55 ettari di terreno, è indispensabile per questioni legate alla salute pubblica. Per questo per anni, circa venti, cittadini, comitati e ambientalisti, hanno chiesto chiusura e bonifica e per contro si sono visti arrivare ancora più rifiuti di quanti ne sarebbero dovuti giungere all'impianto. La data di chiusura è fissata per il 2029, scadenza alla quale si è giunti con una proroga, della Regione, di sette anni su quella originaria. 

Per questo quando qualcuno si è accorto che il progetto della copertura è stato modificato, consultando l'albo della Regione, perché nessun avviso pubblico o a mezzo stampa, in questo senso, è mai stato dato. Per questo è scattato immediato il tam tam tra i cittadini. La copertura, da quanto si è appreso consultando l'albo pretorio del comune, non sarebbe più in materiale naturale come avrebbe dovuto essere, ma in materiali sintetici. Inoltre sarebbe pure ridotta nello spessore, perché invece che di un metro come sarebbero state quelle di materiale naturale, quelle sintetiche sono spesse 25cm. Una notizia che forse meritava di essere diffusa, invece se non fosse stato perché, per fortuna, c'è sempre chi va a spulciare tra gli atti pubblici per verificare che tutto proceda al meglio, non se ne sarebbe saputo nulla. 

«Tale spessore, a parità di quota definitiva della copertura finale della discarica (invariata rispetto a quella del progetto approvato), renderà disponibile un recupero della volumetria per i rifiuti stimato in circa 277.800 mc», fanno notare con una nota congiunta il Comitato popolare “lasciateci respirare” – Monselice / Comitato “lasciateci respirare” – Lendinara / Associazione “L’Altra Este”. E se a  pensare male si fa peccato ma spesso si azzecca, i comitati hanno fatto anche qualche conto su cosa vuole dire, in termini economici, la decisione di cambiare materiale. «Calcolando in circa 80-100 € il prezzo di conferimento di un mc di rifiuti, togliendo pure alcune centinaia di migliaia di euro dovute al costo della nuova copertura, possiamo ipotizzare un affare di decine di milioni di euro», fanno notare con sicurezza. Sta di fatto che nessuna comunicazione era stata fatta alla cittadinanza su una questione che, si può intuire tranquillamente, è chiaro che non lascia indifferenti i residenti. Per questo il sindaco è corso ai ripari e convocato in fretta e furia la cittadinanza, attraverso i social. Ha invitato infatti i cittadini, alle 19 di giovedì, per un incontro pubblico in cui la Gea Srl, la società che gestisce l'impianto e che si deve adeguarlo con la copertura, spiegherà il perché di questo cambio rotta. Intanto il sindaco Fiocco, nel comunicare in tutta fretta via social la convocazione di questa assemblea, mette le mani avanti e dichiara che i due materiali in questione, quello sintetico e quello naturale, hanno gli stessi requisiti e, per non eccedere in prudenza, sbandiera pure il Decreto Legislativo 121/20. Sembra quasi scontato chiedersi , se è tutto a norma di legge, perché non annunciarlo pubblicamente invece che nasconderlo come se invece non lo fosse. L'assemblea pubblica è di fatto la presentazione pubblica che è prevista proprio dalla legge, un passaggio obbligato. 

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