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Donazzan: "A Padova problema di libertà e democrazia". E attacca università e comune sul caso "Foiba Rossa"

L'assessore regionale: "Ora devono intervenire istituzioni e Università. Noi per senso di responsabilità abbiamo fatto un passo indietro. Tocca a loro adesso farne uno in avanti”

E’ l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, a spiegare perché la presentazione nell’aula magna della Ederle in via Belzoni, di Foiba Rossa, non ci sarà. “Fare questa presentazione in un clima di blindatura, non è nelle nostre intenzioni. A Padova c’è un problema di libertà e democrazia. Padova non è agibile se ricattata da questi eversivi, perché questo sono. Io che non aggettivo la storia dico che questi sono solo dei pericolosi delinquenti, e basta. Girano con sigle, nell’anonimato. Sono pochi e violenti. La Coalizione Civica si è pure schierata a fianco dei violenti. Una vergogna visto che il vice sindaco Lorenzoni è stato eletto con quella lista. A questo punto è il sindaco Sergio Giordani che deve prendere le distanze”.

Minacce

Lei ha parlato di minacce pesanti. Addirittura minacce di morte. “Mi sono salvata tutti i messaggi e le pagine FB che ci hanno inondati di messaggi d’odio. E sono stati tanti”. Quindi le minacce di morte non sono riferite all’incontro sotto la sede Esu, con il direttore Ferrarese: “Quando sono andati da Ferrarese hanno appeso immagini, con tutta una serie di falsità scritte. Sono andati senza preavviso pretendendo di parlare col dirigente. Questa è istigazione alla violenza. Farò denuncia, anche se contro ignoti, visto che non conosciamo i nomi. Non si possono appendere le facce delle persone in un luogo pubblico con didascalie descrittive diffamatorie. Questa è istigazione alla violenza e all’odio, non si possono accettare le foto dei relatori e la gogna pubblica. Partendo da falsità, lo ripeto. Faccio notare che c’è anche la legge Mancino di mezzo”.

Norma Cossetto

Perché nella nostra città, secondo lei, è più preoccupante? “A Padova tutto questo assume un significato particolare, visto che qui che è nata la violenza politica, negli anni settanta. Qui i cattivi maestri stavano in cattedra all’università. Padova è una enclave degli anni piombo, siamo fermi a quegli anni. Il silenzio, che non vorrei fosse pavidità, di comune è università è preoccupante. La pro rettrice dell’università non ha neppure comunicato che non avrebbe partecipato all’incontro, ma Norma Cossetto è una medaglia d’oro al valore civile. Ed è stata insignita della laurea ad honorem dall’ex rettore, un comunista, come Marchesini. E oggi tutti che si nascondono? Cosa fa l’università per una sua studente?"

Il ruolo dell'università

Ultima stoccata all’università: “Io sono l’assessore all’istruzione della regione del Veneto e mi sono scagliata contro la violenza politica. Ora devono essere loro ad intervenire, istituzioni e Università. Noi per senso di responsabilità abbiamo fatto un passo indietro. Tocca a loro adesso farne uno in avanti”.

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