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Amministrative 2017, Bitonci-Giordani: le proposte per la città sul trasporto pubblico

Il candidato del Carroccio punta sul Sir 3 e sull'implementazione dei bus elettrici. L'ex presidente dell'Interporto individua tutte le criticità e la riorganizzazione da attuare

Il trasporto pubblico locale è uno dei temi caldi della città di Padova. I candidati sindaco Massimo Bitonci e Sergio Giordani hanno le idee chiare. Per l'esponente del Carroccio c'è una buona base di partenza. Un lavoro che ha origine nel 2014 quando è stata attuata la fusione tra Aps Holding e BusItalia con la nascita di BusItalia Veneto la più grande società di trasporti in Veneto con mille dipendenti.

LINEA 16. "Fusione che all'inizio qualche problema l'ha creato - spiega Bitonci - e per questo chiediamo scusa ai cittadini. C'è ancora qualche tema che deve essere affrontato: come la linea 16 dell'Arcella e ci impegneremo in tal senso".

MONOROTAIA. Bitonci boccia oggi come allora la scelta del tram monorotaia: "Sistema vecchio e superato. Si poteva fare una scelta meno invasiva soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture" e sposta invece l'attenzione sul Nuovo progetto Sir 3:"Inserito nel documento unico di programmazione, approvato dal commissario reggente. Un sistema che sarà attuato con bus elettrici, guida a carattere ottico e corsie preferenziali. Costa un terzo rispetto al mono rotaia. Progetto con già in carico a Bus Italia Veneto. Non credete alle bufale di questi giorni dove si dice che si potrebbe fare il progetto del Sir 3 su monorotaia"

GIORDANI. "Il trasporto pubblico deve essere potenziato - spiega il candidato di Pd ed Ncd Sergio Giordani - E per fare questo voglio anche avere un confronto diretto con l'Azienda e incontrare una volta al mese le associazioni degli Utenti ed i vari comitati cittadini locali".

BITONCI. Giordani punta il dito contro le scelte attuate dalla passata Amministrazione: "Purtroppo negli ultimi due anni e mezzo l'amministrazione Bitonci ha voluto favorire le auto, promettendo parcheggi in centro, riducendo le corsie preferenziali per i bus, e accettando una riorganizzazione del servizio proposta da BusItalia Veneto, rivelatasi un fallimento e che la mobilitazione di migliaia di cittadini ha contribuito, purtroppo solo in parte, a far rientrare. Per non parlare del “no” alla seconda linea del tram rinunciando a 60 milioni di euro, per ragioni solo ideologiche. Una follia. Il risultato è che il trasporto pubblico ha perso centinaia di migliaia di passeggeri".

CRITICITÀ. "Il tram - spiega - ha adesso dei tempi di percorrenza più lunghi e meno certi, proprio per il maggior traffico privato con cui convive nelle tratte dove non è in sede propria. Peggio va con gli autobus. Le corsie preferenziali sono state ridotte e quelle esistenti sono occupate da automobili in sosta quasi mai multate. Poi le linee: con la riorganizzazione della linea 18 che adesso si ferma in largo Europa, la Sacra Famiglia dove vivono migliaia di persone, si ritrova con un solo autobus, il 5 che passa ogni 20 minuti e che per di più ha cambiato percorso e non consente di raggiungere direttamente l'ospedale. Un'altra scelta inconcepibile è quella della cancellazione del Diretto Piazze che collegava la zona della Stanga con il Centro. Deve essere ripristinato. Da verificare le criticità in zona Arcella. Non vanno dimenticati poi i lavoratori che assicurano il servizio".

DROP TICKET. E ancora: "La mancanza di corsie riservate che si riflette sulla puntualità delle corse con effetti a cascata e il DropTicket, il biglietto elettronico che si compra con una app sullo smartphone, 50 cent in più di quello cartaceo. Casomai dovrebbe costare meno. Ed è insostenibile la spiegazione data".

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