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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni

Renzi travolto dal No al 60% si dimette: a Padova affluenza da record al 78,90%

Lunedì il premier salirà al Colle, per rassegnare le dimissioni. Per la politica italiana è l'inizio di una nuova fase. Nella provincia euganea il Sì si è fermato al 38%, No al 62%

Termina, dopo 1.017 giorni, il governo di Matteo Renzi. Arrivato a palazzo Chigi sull'onda della vittoria nelle primarie Pd, si dimette travolto da una vittoria "straordinariamente netta" del No (59,11% contro il 40,89%) al referendum confermativo sulla riforma costituzionale cui aveva legato il suo destino politico. Va via "senza rimorsi", il premier, convinto di aver "fatto tutto quello che era possibile fare in questa fase".

RENZI AL COLLE. E allora, lunedì pomeriggio, è il timing illustrato dallo stesso Renzi e preannunciato a Sergio Mattarella in una telefonata prima di mostrarsi alla stampa, sarà convocato l'ultimo Cdm del Renzi I, e poi al Colle, per rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Cui spetteranno poi le decisioni successive, sapendo che "l'Italia può contare sulla sui guida sicura e salda".

PADOVA. Complessivamente, in provincia di Padova il Sì si è fermato al 38%, No al 62%, con un'elevata affluenza record del 78,90%. Diverso il risultato locale in città. Nel capoluogo, con un'affluenza del 77,73%, il 47,10% ha votato Sì, e, con uno scarto dunque inferiore rispetto al dato nazionale, il 52,90% ha scelto il No.

A VILLA ESTENSE HA VINTO IL SÌ, ANZI, NO. Unico comune nella provincia euganea che sembrava aver votato controcorrente rispetto al risultato nazionale, a Villa Estense, nella Bassa padovana, si è scoperto che all'origine della vittoria del Sì c'è stato un banale errore di trascrizione, in cui le percentuali del Sì e del No erano state semplicemente invertite. Per cui, anche a Villa Estense, a prevalere è stato il No.

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IL COMITATO. Il comitato provinciale per il No di Padova, esprime in una nota "soddisfazione per il grande risultato ottenuto in difesa e promozione della Costituzione" e "fa propria la frase di Leopoldo Elia scritta dieci anni orsono: questo referendum si è rivelato la 'legittimazione popolare che finalmente ha coronato la Costituzione del 1947'. La partecipazione popolare che ha caratterizzato questa consultazione speriamo sia l'inizio di un cammino che porti finalmente all'attuazione dei valori, dei principi e degli obiettivi che la Costituzione ci indica. Ringraziamo per questi risultati tutti i cittadini padovani che hanno consentito la vittoria del No".

IDV. “Padova è capitale per numero di votanti e conferma il grande senso civico che contraddistingue la nostra città che con i Sì alle riforme sfiora il 50%, in un contesto nazionale e regionale politicamente difficile”. E’ quanto si legge in una nota di Antonino Pipitone, segretario IdV Veneto. "Siamo convinti che si può vincere o perdere ma il bisogno di democrazia non può essere ignorato e il problema non è chi va a casa, ma come andare avanti. Ci siamo impegnati per il Sì – continua Pipitone - perchè crediamo che l'Italia abbia necessità di rinnovare le Istituzioni e tagliare sovrapposizioni e sprechi. Le riforme delle Istituzioni del nostro Paese vengono rinviate e non seppellite. Occorre oggi più che mai usare la testa e non ci rassegneremo alla pancia di Grillo e Salvini. Sul piano politico locale l'azione di rinnovamento continua e in vista delle prossime elezioni cittadine è  importante  che a breve – conclude il leader veneto dell’Idv - si riuniscano le forze politiche del centro sinistra per costruire una coalizione vera fatta di idee e progetti condivisi". 

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