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Candidato M5S Berti sui treni "bestiame" e davanti villa Galan

Inizia dalla Bassa padovana, il #tuttiinpiedi tour: "Viaggi in condizioni inaccettabili e Zaia pensa pure alla tariffa unica". A Cinto, tappa di solidarietà al parroco querelato dall'ex governatore per diffamazione

Venerdì mattina, il candidato alla presidenza del Veneto per il Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, ha voluto verificare di persona la situazione dei treni padovani utilizzati ogni giorno da migliaia di pendolari, che dalla provincia di spostano nel capoluogo per studiare e lavorare. Nel mirino è finito il convoglio delle 7.31 che da Este porta a Monselice e quindi a Padova. Berti è sceso alla città della Rocca e ha aspettato la “coincidenza” con il treno in partenza alle 7.52 e diretto sempre nella città del Santo. Ha parlato con i pendolari, gran parte dei quali sono costretti ogni giorno a rimanere in piedi per tutto il viaggio – da qui nasce l'hashtag #tuttiinpiedi - o a sgomitare per trovare un posto a sedere. Nella stessa situazione sono centinaia di turisti che partono dalla zona termale per raggiungere le città d'arte venete come Padova e Venezia.

COME SU UN CARRO BESTIAME. “Parlando con i pendolari di quello che spesso si trasforma in un 'carro bestiame', ho raccolto la loro rabbia e la loro frustrazione, che condivido in pieno. Abbiamo visto in quali condizioni metà dei veneti è obbligata ogni mattina a viaggiare e a spostarsi – si rammarica Berti – qui c'è bisogno subito di una metropolitana di superficie capillare per chi studia e lavora, ma anche per chi viene nel nostro territorio come turista. Non abbiamo bisogno di grandi opere faraoniche o dell'alta velocità – continua il candidato – c'è bisogno invece immediatamente di un trasporto su rotaia che sia davvero capillare e alla portata di tutti. Ed è perfettamente inutile che Zaia introduca il ticket unico se metà dei pendolari e dei turisti è costretta a viaggiare in piedi o in un carro bestiame".

DAVANTI ALLA VILLA DI GALAN. Berti si è poi spostato davanti alla villa dell'ex governatore veneto Giancarlo Galan, a Cinto Euganeo, per esprimere solidarietà al parroco aiutante di Torre, don Francesco, querelato per diffamazione dal primo perché nell’omelia delle 11 del 22 febbraio scorso il sacerdote aveva detto che il diavolo è entrato nella vita di tutti i giorni vestendosi da Giancarlo Galan e dalle banche che finanziano le industrie delle armi: esempi da non seguire. “Galan querelaci tutti – è il commento di Berti - querela tutti i cittadini che passano davanti alla tua villa, pagata coi nostri soldi, a ricordarti chi sei: un condannato per corruzione, che si è intascato la più grande tangente della storia”. Mentre Berti era davanti a villa Rodella, infatti, un gruppo di ciclisti è passato sull'argine del vicino canale gridando “ladro” e “in galera” all'indirizzo dell'abitazione di Galan.

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