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«Nuova linea dell'inceneritore? Prima serve il piano di gestione regionale dei rifiuti, che è scaduto»

«Chiediamo che riparta, subito e con obiettivi ambiziosi, l'estensione della raccolta differenziata a Padova: solo migliorando concretamente le nostre performance di sostenibilità smonteremo la volontà di chi pensa a Padova come il forno al servizio di coloro che non scelgono la strada dell’economia circolare e della sostenibilità»

«Non ci accontentiamo di indicare un problema, vogliamo essere parte della soluzione. Siamo ecologisti, ragioniamo in modo sistemico. Quindi prima di esprimere contrarietà alla costruzione della 4° linea dell'inceneritore di San Lazzaro, chiediamo che riparta, subito e con obiettivi ambiziosi, l'estensione della raccolta differenziata a Padova. Per questo ci rivolgiamo all’assessora Chiara Gallani e alla comunità cittadina: solo migliorando concretamente le nostre performance di sostenibilità smonteremo la volontà di chi pensa a Padova come il forno al servizio di coloro che non scelgono la strada dell’economia circolare e della sostenibilità»: così Eugenia Fortuni, co-portavoce di Europa verde Padova, sull'ipotesi di costruzione della nuova linea dell'inceneritore di San Lazzaro a Padova.

Inceneritore

Proseguono da Europa verde Padova: «Riteniamo inopportuno, anche se legittimo, che Hera s.p.a. abbia presentato la proposta di costruzione della 4° linea nel momento stesso in cui il Piano Gestione dei Rifiuti, che governa per 5 anni la strategia dell’intera regione Veneto, è scaduto. Giunta e Consiglio Regionale sono chiamati a riformularlo insieme alle competenze dell’Osservatorio Regionale Rifiuti di ARPAV e con l'ascolto e la partecipazione dei portatori di interessi, associazioni, cittadini. L'intenzione di Hera, conosciuta da tempo e ufficializzata il 30 dicembre, ricorda l'atteggiamento di chi, da ente gestore, si vuole trasformare in soggetto programmatore e di indirizzo, forzando la mano cercando di pre-determinare le condizioni in cui la politica deve prendere le decisioni. Non ne facciamo solo una questione di metodo - prosegue Eugenia Fortuni - è innegabile che la chiusura delle vetuste linee 1 e 2 dell'impianto di San Lazzaro sarebbe una buona notizia, che Padova attende da quando fu costruita la terza. Ma quale sarà la capacità di trattamento dell'eventuale 4° linea? non potrà essere pari alla somma della 1° e 2° linea perché da tempo la loro è una capacità solo potenziale, visti i continui fermi impianto a causa della loro inadeguatezza tecnica. Ma non basta: qualsiasi intervento, se pensato per diminuire l'impatto e le emissioni in atmosfera e trattare i rifiuti del territorio, dovrà considerare che sia a Padova che in provincia, e più ancora in tutto il Veneto, la raccolta differenziata (RD) sta crescendo in modo costante. In questo panorama molto positivo, Verona e Padova sono le due città meno performanti; stesso ritardo se si considera l’Ente di Bacino Padova Centro. La crescita della RD nella nostra città procede in modo lento ma costante. Nel 2019 arriva al 53,5% con un + 1,5% rispetto al 2018».

Porta a porta

Aggiungono da Europa verde Padova: «Per questo motivo chiediamo che il programma di estensione del servizio Porta a Porta in tutta l’area est dell’Arcella, quella compresa fra via Tiziano Aspetti e via del Plebiscito - 19mila abitanti e 10mila utenze - già programmato per il 1 giugno 2020 e fermato a marzo 2020 dall'arrivo del lock down, riprenda il 1 giugno 2021. Ci rivolgiamo all’assessora Chiara Gallani che non ha esitato nel 2019 ad introdurre il porta a porta (PaP) nel più popoloso e complesso quartiere di Padova, coinvolgendo con successo l'area ovest: occorre ri-programmare l’avvio del servizio a est di via Aspetti per il 1 giugno 2021. E poi in autunno si proceda alla Sacra Famiglia e in un altro rione. Così entro fine 2021 altri 35.000 padovani si aggiungeranno ai 123.500 concittadini che ora utilizzano questo metodo. Finalmente, visto che in Veneto è il più diffuso, adottato da 469 comuni e coinvolge con successo oltre l’82% della popolazione. Passare dal cassonetto al servizio puntuale richiede informazione, coinvolgimento e un cambio di abitudini, ne siamo consapevoli - continua Eugenia Fortuni. Ma in questi mesi le conferenze on line, i webinar e le dirette sui social hanno dimostrato che queste modalità di informazione ampliano la platea piuttosto che restringerla. Anche il rapporto con gli amministratori di condominio, il cui ruolo è centrale nell’attrezzare i caseggiati per ospitare i bidoncini della differenziata, trarrà grande vantaggio dalla comunicazione basata sul digitale. Per la consegna dei bidoncini casa per casa, rispettando le norme anti Covid, ci sono 5 mesi di tempo. Viene da sorridere pensando che durante il lock down né il colosso di Jeffrey Bezos nè la più piccola pizzeria di rione non abbiano interrotto le consegne a domicilio e una multiutility nazionale non riesca a raggiungere 40 famiglie al giorno. Peraltro la popolazione è pronta. I numeri dell’Arcella Ovest, 17mila abitanti, parlano di un successo: grazie al PaP in 6 mesi (1 gennaio – 30 giugno 2020) si è passati dal 40% al 73,6% di RD, meglio di quanto successo in altre zone cittadine al momento dell'introduzione del nuovo metodo. Solo 26,4% di rifiuto è stato conferito come secco non riciclabile. Estesa a tutta la città saremmo ad un soffio dal centrare l’obiettivo regionale e nazionale. Non dimentichiamo - conclude Eugenia Fortuni - che la vera sfida è la riduzione a monte della produzione di rifiuti che si basa, tra le altre cose, su acquisti responsabili e la diminuzione degli imballaggi. Gestire i 5 bidoncini della raccolta aiuta a migliorare. Anche su questo Padova deve migliorare: siamo a 260,8 kg/pro decisamente lontani da Treviso, Belluno e Vicenza». 

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