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Un corrispettivo di 740 euro per ognuno dei 3.856 bimbi iscritti: l'aiuto della Regione per i nidi

Un contributo straordinario di quasi 3 milioni di euro è in arrivo per i nidi, i micronidi, i nidi aziendali, i nidi famiglia e i servizi innovativi per l’infanzia del Veneto

Un contributo straordinario di quasi 3 milioni di euro è in arrivo per i nidi, i micronidi, i nidi aziendali, i nidi famiglia e i servizi innovativi per l’infanzia del Veneto: si tratta di un corrispettivo di 740 euro per ognuno dei 3.856 bimbi iscritti, che la Regione Veneto intende riconoscere a tutte le strutture per la prima infanzia in considerazione dello stop imposto dall’emergenza Coronavirus e della conseguente sospensione o riduzione delle rette pagate dalle famiglie.

Il contributo

Spiega l'assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin: «Dopo aver accelerato l’erogazione dei contributi annuali per 4,5 milioni di euro a nidi e scuole dell’infanzia, la Giunta regionale del Veneto ha deliberato anche un contributo straordinario di 2.853.440 euro per aiutare tutte quelle strutture che offrono servizi innovativi per la fascia di età 0-3 anni, severamente colpiti dalla riduzione di entrate che si è verificata da fine febbraio in poi, e che, come nel caso dei nidi in famiglia, non beneficiano nemmeno del Fondo nazionale per i servizi per la prima infanzia. L’obiettivo è aiutare tutte le strutture di servizio alla primissima infanzia e alla famiglia a non chiudere e a superare la crisi, in modo da non impoverire la rete dei servizi educativi per i più piccoli». Il sistema veneto dei servizi per la prima infanzia conta infatti, oltre ai 793 nidi statali, comunali e paritari, anche 34 nidi e servizi innovativi per la prima infanzia accreditati con una capacità ricettiva complessiva di 864 posti, 75 nidi e servizi innovativi solo autorizzati con una capacità ricettiva complessiva di 1.606 posti e 231 nidi in famiglia con una capacità ricettiva complessiva di 1.386 posti. Considerati gli effetti della riduzione o del mancato versamento delle rette da parte delle famiglie, a causa dalla sospensione dei servizi in presenza da fine febbraio, la Regione riconosce anche quelle strutture che, per ragioni varie, non rientravano tra i beneficiari del bando, un contributo straordinario commisurato alla quota media pro capite assegnata ai servizi per la prima infanzia. Conclude l'assessore Lanzarin: «I servizi per la prima infanzia 0-3 anni sono elementi fondamentali della rete per il welfare e il sostegno alla famiglia e alla genitorialità. In media in Veneto 21 bimbi su 100 sotto i tre anni trovano un posto al nido, percentuale superiore alla media nazionale, ma ancora inferiore agli standard europei. Il nostro impegno prioritario per la fase 2 è fare in modo che nessuna struttura chiuda i battenti o riduca le proprie capacità di accoglienza a causa dell’emergenza sociale ed economica che stiamo attraversando».

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