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Fine vita, il Veneto prima regione a votare una legge: Lega divisa, FdI dice no

Martedì 16 gennaio il consiglio regionale del Veneto dovrà esprimersi sulla regolamentazione del suicidio medicalmente assistito a fronte di «una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili»

Martedì 16 gennaio il consiglio regionale del Veneto dovrà esprimersi sulla regolamentazione del suicidio medicalmente assistito a fronte di “una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili”. E' la prima regione in Italia dove viene votata una legge di questo tipo. 

Un voto affatto scontato. All'interno della Lega, ad esempio, ci sarà libertà di coscienza e questo significherà che non ci sarà un voto compatto dei consiglieri leghisti, né a favore né contro la proposta di legge sottoscritta da più di 9mila cittadini e presentata dall'associazione Luca Coscioni.

Ed anche se tutti i consiglieri leghisti votassero a favore, come farà il presidente Zaia, la maggioranza non sarà comunque compatta perché sicuramente mancheranno i voti dei consiglieri di Fratelli d'Italia. I meloniani, infatti, hanno manifestato la loro contrarietà all'approdo in aula di una legge giudicata un «manifesto politico sul fine vita». I consiglieri di Fratelli d'Italia voteranno dunque contro e intendono «coinvolgere in modo trasversale e non partitico quanti credono sia doveroso avere la massima cautela, pudore e rispetto della dignità della vita dell’uomo nell’affrontare un tema così delicato». Con l'obiettivo di «rappresentare la voce di richiesta di maggiori cure, di migliore tutela per le persone rese fragili dalla malattia e la voce delle famiglie che vivono il dolore in grande e dignitoso silenzio, spesso nella solitudine nella cura quotidiana del proprio ammalato». E su questo Fratelli d'Italia ha l'appoggio dell'associazione Pro Vita & Famiglia, che attraverso il suo portavoce Jacopo Coghe ha chiesto a tutto il Consiglio Regionale del Veneto «di respingere la proposta di legge sul suicidio assistito in quanto manifestamente incostituzionale, segnalando in particolare alla maggioranza di centrodestra non solo la totale estraneità dell’iniziativa dal programma politico presentato ai cittadini veneti alle ultime elezioni amministrative, ma la sua diretta contrapposizione col panorama valoriale della stessa maggioranza a livello nazionale».

Serviranno dunque i voti compatti dei consiglieri di opposizione per far passare la proposta. E proprio dall'opposizione è arrivato un appello al voto favorevole da parte della consigliera del Veneto Che Vogliamo Elena Ostanel. Anche lei ritiene che si tratti di un voto politico, contrariamente a quanto crede Zaia. Ma per Ostanel, quello di martedì è anche un appuntamento con la storia: «Abbiamo l'opportunità di segnare un passo - ha detto la consigliera - L'opportunità di essere la prima Regione ad approvare una proposta di legge che dà regole e tempi certi per poter scegliere liberamente sul proprio fine vita». Sul tema si è espresso anche il sottosegretario alla giustizia, Andrea Ostellari. Ha premesso che quello di martedì non è un test sulla tenuta della giunta Zaia. «Su questi temi c'è e ci deve essere la massima libertà», ha detto Ostellari. «Zaia ha spiegato più volte come la pensa. Rispetto la sua posizione che è quella di un amministratore che deve rispondere a un territorio. Personalmente comprendo ma non cambia idea. Lo Stato non deve aiutare a morire ma a vivere nelle migliori condizioni».

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