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La statale del Santo sarà raddoppiata: firmato protocollo a Treviso, collegherà Padova alla Pedemontana

«L’idea è sgravare città e comuni - spiega Micalizzi - dalla morsa dell’inquinamento e agevolare i collegamenti con il Nord e l’Europa. Pensata anche in ottica nuovo ospedale a Padova Est»

E’ stato firmato protocollo d’intesa tra le province di Padova, Treviso Vicenza e venti comuni interessati, per avviare la progettazione della Pedemontana veneta, comprendente il collegamento alla stessa attraverso la statale 308, la Strada del Santo.

Nuova Strada del Santo

E' la Nuova Strada del Santo, sarà quindi migliorata ed allargata quella esistente. Nelle intenzioni degli amministratori, agevolare i collegamenti da Padova e liberare la città e i comuni limitrofi, dalla presenza di tante auto e mezzi che transitano ogni giorno e che quindi contribuiscono all'inquinamento. 

In rappresentanza del comune di Padova, l’assessore Andrea Micalizzi, che ha messo anche la firma sul documento. «L’idea è sgravare città e comuni - spiega Micalizzi - dalla morsa dell’inquinamento e agevolare i collegamenti con il Nord e l’Europa. Il potenziamento della statle 308 e il suo allargamento favorirà il collegamento con la Pedemontana. Questo anche in previsione della presenza del nuovo ospedale a Padova Est. Un polo ospedaliero, si sa, è un grande attrattore di traffico, per questo bisogna arrivare pronti con delle soluzioni già in atto».

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La soddisfazione del Presidente della Provincia

Soddisfazione anche da parte del Presidente della Provincia Fabio Bui: «Un grande passo in avanti, 20 comuni e 3 province assieme di avere un’arteria stradale per essere competitivo, una delle aree più produttive d’Europa-. La pedemontana con sbocco a Padova est, è imprescindibile». Bui entra anche nel dettaglio: «Il raddoppio della 308 è fondamentale, oggi è insufficiente rispetto al numero di mezzi presenti. Se pensiamo ad esempio che nella statale 47, il ponte di Curtarolo ha bisogno di un intervento, questo inciderà sul traffico, che inevitabilmente cercherà nuovi sbocchi. C’è già la limitazioni ai mezzi pesanti in quel punto. La provinciale Valsugana e la regionale, sono troppo trafficate per le loro dimensioni. Si capisce quindi che è un progetto importante quello che abbiamo in mente, che guarda anche all’obiettivo di spostare il traffico da dove è più presente il pericolo dell’inquinamento. Se non lo facciamo mettiamo a rischio mobilità e competitività di tutta l’area. Quello di oggi è quindi un grande risultato».

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