Forza Italia aggressiva sul mercato, in pole i leghisti Boron e "bulldog" Marcato. C'è lo scoglio Tosi
I due hanno rotto con il Carroccio e potrebbero anche perdonare l'ex sindaco di Verona. Ad espellerlo nel 2015 fu Matteo Salvini, oggi nemico giurato di entrambi
I big della Lega padovana scaricati da Salvini e Zaia potrebbero approdare in Forza Italia. Gettarsi tra le braccia di quello che, fino a ieri, non poteva neanche essere nominato, ovvero Flavio Tosi. A fare il passaggio di casacca potrebbero essere Fabrizio Boron e Roberto Marcato, il primo recentemente espulso dal Carroccio e il secondo emarginato a pochi metri dal traguardo. Marcato sembrava dovesse essere il "naturale" segretario regionale della Lega, convinto di avere il sostegno del presidente Luca Zaia, ma a pochi giorni dal congresso si è ritirato, lasciando la vittoria facile facile ad Alberto Stefani. Dopo aver capito che non avrebbe avuto l'appoggio del "doge", ha fatto un passo indietro e sparato a zero sul partito. Si è sentito tradito. Ma prima ancora era stato Massimo Bitonci a fargli la guerra, con cui ha conti in sospeso dal 2016, poi riaccesi quando a Padova è stato candidato sindaco Francesco Peghin (Marcato si sentiva invece il candidato ideale per sfidare Giordani). Stessi motivi per cui Boron si è allontanato dal Carroccio, attaccando quotidianamente e pubblicamente Bitonci e i cosiddetti "romani", ossia i parlamentari che, secondo lui, continuano a comandare pur avendo perso il contatto con il territorio e i militanti.
Il ruolo di Flavio Tosi
«Se si sblocca il vincolo del terzo mandato è chiaro che Luca Zaia è il candidato naturale. Ma se così non fosse, la decisione sarà presa in un tavolo nazionale. Ci saranno una decina di regioni che vanno al voto. Meloni, Salvini e Tajani decideranno quali sono i candidati migliori per ogni regione» ragiona Tosi, che oggi ha come primo alleato il leghista Gianantonio Da Re, altro nemico pubblico di Salvini, Bitonci e adesso anche di Zaia. Sarebbe lui, infatti, a guidare i passaggi dal Carroccio a Forza Italia, ad uno ad uno. A cominciare da Boron e sperando in Marcato, che però deve risolvere la sua personale diatriba con Tosi, odiato dai tempi della sua famosa espulsione. A cacciare Tosi però fu Salvini, che ora è in guerra anche con Marcato e questo potrebbe quindi contribuire ad una stretta di mano e ad un "scurdammoce o passat". Tosi non conferma, ma lascia porte aperte a tutti: «Io non metto veti e non escludo a priori nessuno», ripete allo sfinimento il deputato veronese. Però resta da capire dove sta andando Forza Italia, perchè Marcato e Boron sono i leghisti della prima ora, quelli con le bandiere del Leon, che non combaciano esattamente con l'idea moderata che aveva Silvio Berlusconi.