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«Gabbie e chiusini per contenere i cinghiali»: la richiesta della Cia

L’appello è di Cia Padova, a pochi giorni dalla nomina del nuovo presidente, Alessandro Frizzarin

«La nuova governance del Parco porti avanti con continuità le operazioni di contenimento dei cinghiali nell’area dei Colli». L’appello è di Cia Padova, a pochi giorni dalla nomina del nuovo presidente, Alessandro Frizzarin: «Una figura di primo piano, che di sicuro sarà in grado di guidare l’ente Parco con passione e competenza. Fra le molteplici questioni che rimangono sul tavolo, i danneggiamenti provocati dagli ungulati agli appezzamenti agricoli e ai vitigni, che ogni anno ammontano a quasi 1 milione di euro nella sola area degli Euganei».

In questo momento, in particolare, fra gli addetti ai lavori c’è preoccupazione per le uve, che stanno giungendo al clou dello sviluppo vegetativo: i cinghiali ne sono molto ghiotti. Il rischio è che, complici le alte temperature, cerchino (e trovino) i chicchi, ricchissimi di acqua. Per quanto riguarda i numeri, dal 1. gennaio sono stati contenuti quasi 2mila capi da parte dei selecontrollori autorizzati. Da qualche settimana, peraltro, viene ammesso un ulteriore metodo di contenimento, alla luce del protocollo d’intesa per il “controllo e l’eradicazione della peste suina africana 2022-2027”, firmato fra la Regione Veneto e le organizzazioni agricole. L’accordo in questione prevede la messa a disposizione a favore degli agricoltori - previa circostanziata segnalazione alle organizzazioni agricole dei danneggiamenti subiti - di apposite gabbie, chiusini, gabbie esagonali in rete e recinti mobili, sempre in rete. L’operatore abilitato (che è il responsabile alla detenzione e all’utilizzo della gabbia e del chiusino), o il proprietario del fondo, è tenuto al monitoraggio quotidiano degli strumenti di cattura forniti. Non solo. Deve comunicare alla polizia provinciale e alle sedi afferenti al Coordinamento Gestione Ittica e Faunistico Venatoria territorialmente competenti, entro 48 ore dall’abbattimento, il numero dei capi eventualmente controllati. Gli Ambiti territoriali di caccia provvedono, se necessario, a coadiuvare gli agricoltori nell’utilizzo della gabbia o del chiusino. «Invitiamo tutti gli interessati a prendere contatto con le organizzazioni agricole – commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – In questa fase vanno messi in campi tutti quegli strumenti, nuovo protocollo compreso, che sono finalizzati al massimo contenimento degli ungulati stessi».

«Il protocollo d’intesa – chiarisce – è stato fortemente voluto dal mondo agricolo e dalle amministrazioni locali: sempre di più gli agricoltori rappresentano un punto di riferimento nei piani di contenimento dei cinghiali, in stretta collaborazione con gli Ambiti territoriali di caccia”. Il documento, infine, riconosce agli imprenditori agricoli uno strategico ruolo di presìdio e di sentinelle del territorio. «Il problema dei cinghiali è pure di ordine pubblico – conclude il presidente Trivellato – Fanno danni ai veicoli in corsa, spesso gli automobilisti se li vedono davanti all’ultimo e nulla possono per evitarli. Serve, in ultima analisi, la collaborazione di tutte le autorità preposte per tentare di risolvere questa annosa criticità una volta per tutte».

Luca Trivellato3-2

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