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Caso Mose, dalla Camera l'okay all'arresto di Giancarlo Galan Carcere a Opera, chiesti domiciliari

Con 395 voti a favore e 138 contrari, la maggioranza dei deputati si è espressa sulla richiesta di arresto da parte della procura di Venezia nei confronti del deputato di Forza Italia indagato nell'inchiesta lagunare

Dopo il respingimento del terzo rinvio al voto chiesto dal diretto interessato per mezzo di una lettera inviata alla presidente Laura Boldrini, nel primo pomeriggio di martedì la Camera ha votato, con scrutinio segreto, il via libera alla richiesta d'arresto da parte della procura di Venezia nei confronti del deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto, nell'ambito dell'inchiesta sul Mose. I voti a favore sono stati 395, i contrari 138. Due deputati si sono astenuti. A favore dell'arresto si sono espressi i deputati di Pd, Sel, Lega Nord, Per l'Italia, Led, Scelta civica e M5S. Dichiarazioni di voto contratrie, invece, da parte di Forza Italia, Ncd, Psi e Maie.

LA CRONISTORIA: ULTERIORE RINVIO: La Camera boccia l'ennesima richiesta - LETTERA A BOLDRINI: "Ci devo essere, rinviate voto" - VOTO SLITTA ANCORA: Rinvio al 22 luglio - GALAN IN OSPEDALE: Legali chiedono domiciliari - GALAN RICOVERATO: Difesa ottiene rinvio del voto - LA GIUNTA: "Nessuna persecuzione" - LO SFOGO: "Non mi occuperò più di politica" - LA MEMORIA DIFENSIVA: "La mia verità sulla villa di Cinto" - IL SEQUESTRO: Sigilli a ville e barche - CASO MOSE: Richiesta d'arresto per Galan

L'USCITA DALL'OSPEDALE. Galan ha appreso la notizia dall'ospedale di Este, dove si trovava ricoverato da una decina di giorni nel reparto di Medicina (nei giorni scorsi era in Cardiologia) per una tromboflebite seguita alla frattura di tibia e perone. L'azienda ospedaliera del'Ulss 17 di Este lo aveva già formalmente dimesso dalle 9 del mattino di martedì. I medici hanno ritenuto - si apprende - che le patologie di cui soffre non richiedano necessariamente l'ospedalizzazione, ma possano essere curate anche con l'assistenza domiciliare. Galan viene sottoposto ogni 4 ore al controllo del livello di glicemia, riceve terapie per le apnee notturne, per il diabete, e deve restare con la gamba ingessata in estensione. "Sono incazzato e sapete benissimo con chi", ha detto Galan uscendo in carrozzina dal nosocomio nel pomeriggio. È quindi salito su un'ambulanza che si è allontanata diretta verso la sua casa a Cinto Euganeo.

L'ARRESTO IN CARCERE. Dalla sua villa, ha chiamato i carabinieri, per capire cosa succede dopo il sì al suo arresto votato dalla Camera. Galan, si apprende da fonti a lui vicine, è "imbestialito ed incredulo" di fronte alla decisione dei medici dell'ospedale di dimetterlo, provvedimento - assicurano le stesse fonti - che non aveva in alcun modo preventivato. Il deputato di Forza Italia ha atteso nella sua casa di Cinto Euganeo lo sviluppo degli eventi e chi gli è vicino lo descrive di umore nero. La sensazione dell'ex governatore, riferisce chi l'ha sentito, è di aver subito "una doppia ingiustizia": prima la richiesta di arresto dei giudici di Venezia, poi il voto favorevole della Camera. Alle 20.25 l'arresto ufficiale con il trasferimento al carcere di Opera, a Milano, una struttura infermieristica adeguata alle cure di cui necessita. Davanti alla casa di Galan, a Cinto, si è presentata per la notifica dell'ordinanza di custodia in carcere emessa dal Gip di Venezia il 4 giugno scorso la Guardia di Finanza con i carabinieri e un'autoambulanza.

DIFESA CHIEDE DOMICILIARI. Gli avvocati Antonio Franchini e Nicolò Ghedini chiederanno che gli siano concessi i domiciliari. Ad annunciarlo lo stesso Franchini, secondo cui quello sul parlamentare è "un voto politico e non di coscienza". "Cosa succederà adesso? - ha poi aggiunto il legale - Può succedere che vada in un centro clinico carcerario a Parma, Opera o Bologna, può darsi che resti qui o che vada in carcere in infermeria. Ma, non credo in una cella". La lettera di dimissioni, spiega l'altro codifensore Ghedini, "contiene ovviamente tutta una serie di prescrizioni e cure. Non sappiamo ora cosa succederà. Vedremo cosa deciderà il giudice".

CAPEZZONE (FI). "Il voto appena compiuto dalla Camera sull'arresto di Giancarlo Galan è un'altra pagina triste". Lo ha dichiarato Daniele Capezzone di Forza Italia. "Vale per Galan e vale per ogni altro cittadino, noto o no, deputato o no: il combinato disposto tra l'uso eccessivo della custodia cautelare e il dilagare del processo mediatico - ha aggiunto - produce un vero e proprio azzeramento del diritto alla difesa, riducendolo a un vuoto simulacro, a una forma svuotata di qualunque sostanza". "Intanto, tra carcere preventivo e massacro mediatico, il cittadino viene messo nel tritacarne - ha lamentato Capezzone - con effetti incancellabili sulla sua immagine. Poi, anni dopo, l'esito finale del processo poco potrà cambiare su questo fondamentale piano. E che questo avvenga in una Camera divisa tra l'indifferenza di alcuni e i risolini di altri dà la malinconica misura del livello della discussione pubblica in Italia".

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