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Politica

Il questore Paolo Fassari: «Noi possiamo vietare, non autorizzare. Sbagliato alimentare sempre un clima di tensione»

Il Questore di Padova entra nel merito delle manifestazioni di 8 e 9 marzo: «E’ un mondo libero in cui bisogna rispettarsi, vietare a uno fa il gioco dell’altro. E noi non facciamo il gioco di nessuno» 

«Partiamo dall’equivoco che vedo che certa stampa ama alimentare: noi possiamo vietare, ma non autorizzare. E solo per questioni di ordine e di sicurezza pubblica che possiamo porre divieti, ma al di là di questo, noi non facciamo politica». E’ il questore di Padova, Paolo Fassari, che al telefono risponde alle nostre domande sulla narrazione stereotipata dei fronti contrapposti e del pericolo che ogni volta che c’è una manifestazione corre la città. 

Diritti

«Tutti hanno diritto. In presenza di comportamenti come quelli risalenti a luglio 2017 e altri fatti accaduti l'anno dopo di fronte alla prefettura, ci sono procedimenti penali in corso. Noi dobbiamo far rispettare le regole, non spetta a noi dare giudizi. Le manifestazioni devono esistere ma chi sbaglia deve pagare». Però questo alimenta l’idea che è vero che quello della questura sia un ruolo tecnico, ma poi permessi e gestione dell’ordine pubblico arrivano da voi. Semplificando, non avete un ruolo politico ma qualsiasi decisione ha ricadute inevitabilmente proprio sulla politica: «La cultura di una città è aprirsi agli altri, non è chiudere le porte a chi la pensa in un altro modo. Il concetto è che bisogna andarci piano con le etichette e soprattutto smettere di alimentare un clima di paura. Che non porta nulla di buono a nessuno».

Clima

E’ davvero necessario che si crei ogni volta che c’è una manifestazione un clima di tensione che è quasi sempre ingiustificato? Semplificando, è così indispensabile creare un clima da guerra civile quando non c’è nessun sentore di questo? «Assolutamente, ma siete voi dei media a farlo. Noi non alimentiamo nessun tipo di clima di paura, al contrario lavoriamo per garantire a tutti il diritto di manifestare. Certo però che non permettiamo che dietro le donne che manifestano per un loro diritto si celino figure che approfittano di questo per far casino - semplifico anche io, ironizza il Questore - e questo va a ledere proprio coloro che hanno fatto un percorso partecipato per portare in piazza certi contenuti».

Liston

Tecnicamente quindi entrando nel merito di ciò che succederà sabato, come si svolgeranno le manifestazioni? «Così come il corteo degli antiabortisti non entra nel centro, ma neppure quello delle femministe va sul Liston, sabato. Quindi non ci sarà nessun disagio per i negozianti del centro, perché nessuno dei due cortei, sabato, di fatto ci entrerà. Gli anti-abortisti invece partono da piazzale Boschetti dal lato dell’incrocio con Corso del Popolo, in via Trieste.  Percorrono le riviere fino alla prefettura e da lì raggiunge la basilica del Santo dove ci dovrebbe essere una messa.  Per me non c’è un motivo di ordine pubblico per vietare quindi la presenza di nessuno. Al di là di divieti tecnici io non posso andare. Nella commissione sicurezza pubblica c’erano anche il Sindaco e il Prefetto quindi la situazione è conosciuta da tutti».

Otto marzo

Non c’è solo la manifestazione di sabato, comunque: «Ci sono anche due manifestazioni l’otto marzo e passano anche esse da Piazzale Boschetti. Io le ammiro le donne che stanno animando questo percorso. Lo dimostra che siamo stati disponibili a cambiare proprio all’ultimo momento il percorso. Lo abbiamo fatto proprio oggi (giovedì sette marzo n.d.r.). Noi rispettiamo tutti, i contenuti che le donne propongo sono portati da persone per bene che non hanno certo voglia o bisogno dello scontro fisico».

Tram

Il fatto che il tram per certi momenti sarà bloccato ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, altro che paura di violenze… «Sul discorso tram c’è un disagio ma serve fissare delle regole generali. Il tram subirà una lieve flessione nella mattinata di venerdì otto marzo e sabato pomeriggio. Ma su questo la questura non ha nessuna autorità, bisognerebbe forse fissare delle regole generali rispetto a certe situazioni che si potrebbero certamente correggere. E’ un po’ quello che ha detto in questi giorni anche il Prefetto».

Sintesi

Come la chiudiamo, chiediamo al Questore, questa chiacchierata? Sempre se la va ancora di semplificare, scherziamo anche noi: «E’ un mondo libero in cui bisogna rispettarsi e quindi vietare a uno fa solo il gioco dell’altro. E noi non facciamo il gioco di nessuno». 

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