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Ius Soli, Bonavina: «Non ha senso negare cittadinanza a ragazzi che qui vivono, studiano, lavorano e fanno sport»

Dello stesso parere anche il Presidente del Coni Veneto, Dino Ponchio: «Abbiamo una nazionale che accoglie tantissimi italiani di seconda generazione, basta discriminare»

Le parole del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine di una giornata senza precedenti per lo sport italiano, ha rimesso all'attenzione della politica la questione Ius Soli. Ancora una volta è lo sport a mettere in evidenza contraddizioni della società in cui viviamo.  Abbiamo così posto la questione all'assessore allo Sport del Comune di Padova, Diego Bonavina, che si è detto assolutamente d'accordo sul fatto che è fuori dal tempo non concedere la cittadinanza a chi è nato, vive, studia o lavora in Italia. 

 A domanda diretta, se lo sport può essere il volano affinché anche la politica affronti certi nodi, le parole dell'assessore Bonavina non lasciano spazio a interpretazioni: «Ben venga che lo sport metta in evidenza certi limiti che la politica non sa affrontare e men che meno risolvere. Bisogna approfittare di questi momenti per spingere affinché questi cambiamenti finalmente avvengano». Dello stesso avviso anche il Presidente del Coni regionale, Dino Ponchio: «L’atletica è stata antesignana su questo, già venti anni fa. Adesso in più abbiamo una nazionale che accoglie tantissimi italiani di seconda generazione, basta discriminare. Chi vive, lavora, studia o addirittura è nato in Italia, ha diritto alla cittadinanza». 

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