rotate-mobile
Politica Zona Industriale / Corso Spagna

Lavoratori contro lavoratori: doppia protesta di fronte ai Magazzini Gottardo

In corso Spagna dove ci sono i magazzini di Tiziano Gottardo di cui si serve la catena Tigotà, diverse decine di impiegati e addetti si sono ritrovati nel piazzale dell’azienda per far sentire tutto il loro dissenso contro coloro che da tre giorni manifestano supportati dai sindacalisti di Adl Cobas

Era ottobre anche a Torino, precisamente il 14 ottobre 1980. Passata alla storia come la marcia dei quarantamila, quando migliaia di impiegati e quadri della Fiat scendono in strada per protestare contro blocchi e picchetti che impediscono loro, da 35 giorni, l’accesso al posto di lavoro, una giornata impressa nei libri di storia. Un evento epocale che mette in evidenza la distanza tra i cosiddetti colletti bianchi e chi lavora nelle catene di montaggio. Quanto accaduto a Padova quest’oggi non è così diverso, se non per i numeri dei partecipanti alle proteste, per questo la vicenda rischia di assumere delle dimensioni inaspettate fino anche solo a un giorno fa.

Giovedì 3 ottobre infatti, in corso Spagna dove ci sono i magazzini di Tiziano Gottardo di cui si serve la catena Tigotà, diverse decine di impiegati, quadri, dirigenti, capi area e addetti si sono ritrovati nel piazzale dell’azienda per far sentire tutto il loro dissenso contro coloro che da tre giorni manifestano supportati dai sindacalisti di Adl Cobas. Una scena che ha evidentemente non molti precedenti. Le due parti, tutte composte da lavoratori, chi con meno garanzie chi con più, si sono guardate da lontano e si sono scambiate slogan. Quelli dentro gridavano “vogliamo lavorare”, quelli fuori “sciopero”. A un certo punto, in corteo, non autorizzato, sono arrivate anche le commesse dei negozi di Tigotà.

Passano quasi in second’ordine le richieste e le vertenze portate avanti dai lavoratori in sciopero, dipendenti di cooperative ai quali vengono appaltati o subappaltati i lavori, quelli rimasti senza contratto di fatto, di fronte a una mobilitazione con tanto di striscioni con il logo aziendale. E’ una scena inusuale a dir poco, lo si capisce anche dalla grande presenza di media. Assieme ai lavoratori, nel piazzale, ci sono anche i dirigenti dell’azienda, l’avvocato Polettini che è il legale dell’azienda,  seguono tutti i passaggi di questa mattinata. Il dubbio che l’agitazione non sia esattamente nata spontaneamente a Gianni Boetto di Adl Cobas, viene eccome e non fa nulla per nasconderlo: «Sono marionette in mano a Gottardo e alla società. Sono tutti iscritti alla Cisl a cui hanno promesso mari e monti. Vengono usati in modo strumentale dall’azienda. Però hanno beneficiato delle lotte portate avanti in questi anni. I lavoratori vanno trattati tutti allo stesso modo. Il magazzino spostato in provincia a Broni, provincia di Pavia, è stato il pretesto per ricattare ancor più chi è impiegato qui». 

Abbastanza restii a rispondere alla domande i dipendenti Tigotà, che a parte qualche eccezione non hanno voluto rispondere ai giornalisti. Non si è sottratta, invece, Stefania Casonato responsabile delle risorse umane, l’ HR aziendale (Human Resources), come si usa dire ora: «Certo che i nostri dipendenti sono preoccupati, i negozi la settimana prossima rischiano di restare chiusi per mancanza di merce sugli scaffali. Una situazione che coinvolge migliaia di famiglie».

Incalzata dai cronisti spiega che la sede in provincia di Pavia aperta circa un anno fa, impiega lavoratori a tempo determinato perché si fa quando si apre una nuova attività e che la normativa lo consente. Poi fa sapere, nel pomeriggio però, che le due ore ai lavoratori verranno conteggiate come sciopero. In molti cronisti infatti hanno insistito su questo aspetto, proprio per cercare di comprendere se ci fosse l’azienda dietro la manifestazione di oggi o se la mobilitazione fosse nata spontaneamente. 

IMG_5338-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lavoratori contro lavoratori: doppia protesta di fronte ai Magazzini Gottardo

PadovaOggi è in caricamento