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Vignetta sessista, M5S attacca Berlato: «Meloni intervenga». Al consigliere un finta epigrafe

Diciassette gruppi padovani del Movimento 5 Stelle intervengono dopo il polverone sollevato dall'immagine pubblicata dall'onorevole: «É un'offesa all'intelligenza e alla decenza»

Non si placa la polemica suscitata dalla vignetta sessista che il consigliere della Regione Veneto ha pubblicato sul suo profilo Facebook a Natale. Nella bagarre interviene anche il Movimento 5 Stelle padovano con una dura critica.

L'antefatto

Il polverone si solleva quando Sergio Berlato, vicentino in forze a Fratelli d'Italia attuale consigliere regionale e prossimo parlamentare europeo, pubblica sul social network una vignetta. Il disegno rappresenta una donna durante una visita dal ginecologo e nella didascalia Berlato spiega di dedicarla «A tutte le signorine animaliste e vegane che mi hanno fatto dono dei loro insulti e delle loro minacce solo perché sono un appassionato cacciatore». Tutto sarebbe nato da un'altra immagine precedentemente pubblicata dal consigliere dove è ritratto in tenuta da cacciatore e armato di fucile. A quella sarebbero seguite valanghe di commenti e minacce da parte degli animalisti, fatto non nuovo per Berlato. Che infatti la caccia sia una passione del vicentino è cosa nota, come sono altrettanto noti gli espliciti attacchi nel corso degli ultimi anni. Proprio di questi il consigliere ha postato alcune immagini, con scritte inequivocabili sui muri nelle vicinanze della sua abitazione. Nelle ultime ore gli sarebbe anche stata recapitata una finta epigrafe che ne annunciava la scomparsa, anche quella prontamente finita sui social network. Dopo l'accesa polemica la vignetta è stata rimossa, ma Berlato ha promesso querele a chi lo abbia insultato e minacciato.

La condanna

Sul caso è intervenuto anche il M5S attraverso un comunicato redatto da diciassette gruppi della provincia euganea. La firma è quella delle sezioni di Padova, Cadoneghe, Conselve, Vigodarzere, Este, Maserà, Noventa Padovana, Albignasego, Piazzola sul Brenta, Mestrino, Ospedaletto Euganeo, Cartura, Veggiano, Saccolongo, Selvazzano, Saonara e Codevigo. «É imbarazzante l'uso di un linguaggio sessista alle soglie del 2020. Vedere questo politico in Europa a rappresentare l'Italia è un'offesa all'intelligenza e alla decenza» hanno attaccato. Inevitabile il riferimento al partito del consigliere regionale: «É stato eletto nel partito di Fratelli d'Italia, che ha come leader una donna (Giorgia Meloni ndr). Proviamo profondo imbarazzo nel dover constatare che l'unico partito in Italia capeggiato da una donna ha al suo interno un personaggio di così bassa levatura» chiosa M5S.

Il secco appello a Giorgia Meloni

E il gruppo non risparmia le critiche alla stessa Meloni, rea di non essersi dissociata dalla scelta di Berlato: «Il dubbio peggiore che ci assale è che la leader abbia una così bassa considerazione delle donne da non prendere una posizione netta. Teme forse che perdere l'appoggio di gente di questo lignaggio sia una grave perdita per il suo partito? Noi del M5S ci rifiutiamo di pensare che in Fratelli D’Italia vi siano ancora sacche di pensiero oscurantista e retrogrado come quello espresso da Berlato. Luoghi comuni sessisti che ancora si ostinano a inquadrare le donne come oggetto di uso maschile. Luoghi comuni che la storia, la cultura e le battaglie di milioni di donne giornalmente impegnate sia nella quotidianità del lavoro e sia nelle istituzioni hanno sconfitto. Ci auguriamo che Giorgia Meloni intervenga prontamente con una chiara presa di posizione nei confronti del suo rappresentante politico locale. Non basta la semplice cancellazione del post. Servono scuse ineccepibili e chiare e soprattutto nessuna giustificazione verso uno scritto volgare come quello di Berlato» concludono seccamente.

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