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Micalizzi all'attacco: "Il taglio ai fondi per il bando periferie? Lo sostengono a colpi di bufale, smontiamole"

Non solo una forte critica alla retromarcia fatta sui fondi alle periferie ma anche la spiegazione del perché le motivazioni sostenute, a parere dell'assessore, sono infondate

Un post lungo e polemico, quello che l'assessore Andrea Micalizzi ha pubblicato su FB. Non solo una forte critica alla retromarcia fatta sui fondi alle periferie ma anche la spiegazione del perché le motivazioni sostenute, a parere dell'assessore, sono infondate. 

Il post di Micalizzi

"…a proposito dei 18 milioni che il Governo vuole scippare a Padova
, esplodono le proteste dei Sindaci di tutti gli schieramenti, protestano commercianti, artigiani e imprenditori per la mancata opportunità di investimenti e lavoro, protestano i cittadini che vedono sfumare interventi che attendevano e a giustificazione di tutto questo ne stiamo sentendo di cotte e di crude. Ecco in prima analisi alcune bufale da smascherare:

Prima bufala

La vice-ministro MEF Laura Castelli. “Lo abbiamo fatto per la sentenza 247 del 2017 della Corte Costituzionale!”.
E’ una balla. Quella sentenza dice che per ogni Comune deve essere sbloccato tutto l’avanzo disponibile, non solo i 140 milioni che il Governo vuole mettere a disposizione. Del resto, se la Corte ha ritenuto insufficienti i 3,64 miliardi di sblocco avanzi messi negli ultimi tre anni dai governo Renzi e Gentiloni, è difficile pensare che si accontenti di 140 milioni.
La sentenza comunque non dice che bisogna toglierli da Bando periferie.

Seconda bufala

Il capogruppo leghista alla Camera, Molinari, ci riprova, e addirittura cambia sentenza. “Lo abbiamo fatto per la sentenza n.74 del 2018 della Corte Costituzionale!”.
Anche questa è una balla. Quella sentenza dice semplicemente che i finanziamenti dello Stato, se spesi su alcuni settori in cui la competenza è concorrente con le Regioni (ricerca scientifica, protezione civile, governo del territorio, grandi reti di trasporto e innovazione produttiva) devono avere l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni, che normalmente impiega metà pomeriggio. Si tratta quindi di una semplice questione procedurale, e non di sostanza, che non giustifica certo tenere bloccati per due anni i Comuni che sono ad un passo o già dalla gara per l’affidamento dei lavori.
Noi a Padova, tra l’altro lo sappiamo bene, un problema simile lo ha avuto il finanziamento per il Tram che questo Governo ha prontamente e giustamente risolto coordinandosi con la Regione, senza bisogno di rimandare finanziamenti o fare emendamenti al “mille proroghe”.

Seconda bufala bis

L’emendamento inoltre fa riferimento alla sentenza della Corte e al problema della Conferenza Stato Regione al punto 1 che non tocca i progetti del Bando periferie. Per bloccare i progetti del Bando Periferie hanno dovuto aggiungere il punto 1bis, che non riguarda la sentenza e infatti è l’emendamento stesso che dispone il differimento al 2020. Quindi la sentenza non centra nulla.

Terza bufala

Esponenti leghisti nei quotidiani locali e nei social: “il provvedimento distribuisce nuove risorse ai Comuni con le quali potranno pagarsi i progetti”.
Ancora balle. Sempre al punto 1 bis l’emendamento recita “Conseguentemente, le amministrazioni competenti provvedono, ferma rimanendo la dotazione complessiva loro assegnata, a rimodulare i relativi impegni di spesa”. In buona sostanza: i Comuni dovranno rimodulare, riorganizzare, rifare da capo tutto.

Quarta bufala

Sempre esponenti leghisti nei quotidiani locali e nei social: “restituiremo i soldi ai Comuni sbloccando gli avanzi”.
Ben venga lo sblocco degli avanzi (che sono soldi dei Comuni), ma stiamo parlando di progetti ormai esecutivi, già a bilancio 2018 e per cui il Governo ha sottoscritto convenzioni ben precise. Qualsiasi altro finanziamento sostitutivo vorrebbe dire nuove commissioni di valutazioni, nuovi impegni futuri in futuri bilanci. Significa rimandare di almeno 3 anni gli investimenti. Non si possono fermare in questo modo opere pubbliche.
A Padova tra l’altro parliamo di opere volute dalla Giunta Bitonci (che oggi vuole bloccarle) e su cui la Giunta Giordani ha confermato gli impegni: sono quindi opere condivise da tutto l’arco politico istituzionale da destra a sinistra. E come noi altri 100 comuni sono nella stessa situazione".

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