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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Mose, memoria difensiva di Galan "La mia verità sulla casa di Cinto"

L'ex governatore del Veneto, oggi deputato di Fi, riferisce della memoria difensiva depositata in giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, chiamata a decidere su richiesta d'arresto avanzata da procura di Venezia

Una corposa memoria difensiva di 500 pagine è stata presentata lunedì dall'ex governatore del Veneto e deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, in riferimento al caso Mose, inchiesta sui presunti appalti truccati per la grande opera lagunare nell'ambito della quale la procura di Venezia ha avanzato nei suoi confronti una richiesta di arresto. Il documento è stato depositato in Giunta per le autorizzazioni della Camera che, chiamata a decidere sull'autorizzazione di procedere con la custodia cautelare, mercoledì ascolterà Galan.

L'INCHIESTA: Sequestrati a Galan villa e barche

CONTRATTACCO AI "CONTI" DELLA FINANZA. "Fino a prova contraria spero sempre nella buona fede delle persone e spero che si leggano bene le carte - ha dichiarato l'ex governatore in una conferenza stampa convocata ad hoc lunedì a Montecitorio, dal titolo "Adesso parlo io" - Non mi sento perseguitato, ritengo che i magistrati siano stati indotti in errore - ha rilevato Galan - da una falsa rappresentazione preparata dalla Guardia di Finanza su basi presuntive e non documentali. Un lavoro modesto e scadente tale da indurre in errore". "Non vi è alcuna sproporzione negativa tra i redditi dichiarati dal nucleo familiare dell'onorevole Giancarlo Galan e il suo effettivo tenore di vita negli anni oggetto di indagine". È quanto poi si legge nelle osservazioni difensive in merito alle risultanze delle indagini patrimoniali relative al procedimento penale a carico di Galan svolte da uno studio commerciale associato di Rimini e inserite nella memoria difensiva del deputato di Forza Italia. Secondo i commercialisti, l'indagine della Guardia di Finanza di Venezia "si sostanzia in un'approssimativa e presuntiva ricostruzione patrimoniale/reddituale". L'ex governatore accusa la finanza di "non tenere conto del suo patrimonio accumulato prima di fare il politico". La "somma netta dal 1987 al '99 percepita da Publitalia è pari a un milione e 327 mila euro". E poi, secondo Galan, i finanzieri non tengono conto "della diaria e di altre indennità", ma solo "dell'imponibile". Quindi smentisce di avere 18 conti correnti così come 10 barche, "ne ho 2 da pesca", sostiene. Gli interessi nascosti in Indonesia? "Non so neppure che in Indonesia ci sia del gas. Non me ne frega proprio niente".

IL VIDEO: Galan in conferenza "la mia verità sulla villa di Cinto"

LA VILLA DI CINTO. Definendo "palesemente assurde" le accuse che gli sono state rivolte, Galan ha aggiunto di essere "sempre stato un fermo sostenitore del Mose. È un'opera di ingegneria fra le più avanzate. E quindi che bisogno c'è di convincere uno che è già convinto?". Ma il momento clou della conferenza arriva quando l'ex governatore ricostruisce il modo in cui è divenuto proprietario e i soldi spesi per la ristrutturazione della villa di Cinto euganeo, finita al centro delle indagini. La casa, ha raccontato l'ex ministro, "fu acquistata a un'asta giudiziaria nel 1999 per 300 milioni di lire da un dentista di Pantelleria, dopo che l'asta era andata deserta ben 15 volte. Io la compro nel 2005 per un prezzo di poco inferiore a un milione di euro, quindi la pago sei volte tanto, perchè era già restaurata, altro che restauro miliardario. Balle. Il dentista - ha sottolineato Galan - l'ha restaurata prima, le cifre che ho speso io sono 400mila euro nella parte centrale e poi 300mila euro. In tutto 700mila euro per i quali ho contratto mutuo per 200mila euro. E i lavori non sono finiti nel 2011 ma nel 2007, perchè ci dormivamo e pagavo le bollette. Nel 2009 al mio matrimonio ci ha dormito Silvio Berlusconi. Una colpa la ammetto: abbiamo tardato la dichiarazione di fine lavori per un motivo fiscale, per il pagamento dell'Ici".

"MIA MOGLIE NON ERA CUBISTA". Nessun conto corrente a San Marino e la moglie non faceva la cubista. Galan ha negato poi alcune informazioni emerse sul suo conto nell'ambito dell'inchiesta sul Mose. In particolare, ha sostenuto che la firma messa per prelevare 50mila euro dal conto corrente "è falsa" e ciò "è attestato da due perizie grafiche. Non ho nulla da nascondere, nulla di segreto e cifrato, non c'è assolutamente nulla". Riguardo a sua moglie, ha sottolineato che "non faceva la cubista" anche perchè "non ha neppure il fisico seppure sia bellissima. Lavorava nel volontariato e quando si seppe che stava con me fu licenziata. Almeno questo si dica con correttezza...".

LA SEGRETARIA. In merito all'ex segretaria Claudia Minutillo, sua accusatrice nell'ambito dell'inchiesta Mose, Galan non si sbottona più di tanto: "su questo vorrei prima parlarne con i giudici, solo su questo scusatemi ma faccio degli omissis". Ma "certo, qualche dubbio mi viene, quando vedo che con le sue dichiarazioni ha ottenuto, dopo aver fatto quello che ha fatto, un patteggiamento di un anno e oggi si fa fotografare su una plancia di una barca..."."La Minutillo - ha ricordato - era stata appena licenziata dall'onorevole Paolo Scarpa Bonazza Buora, molto influente all'epoca in quanto coordinatore regionale di Forza Italia, che la mise in mezzo ad una strada e lei con grande abilità si ingraziò tutti andando a lavorare al gruppo regionale. Essendo una gran lavoratrice si fece assumere. Io non l'ho mandata via più di otto anni fa per l'antipatia che aveva con mia moglie, figurarsi.... La verità è che era antipatica a tutti, nessuno la sopportava. Ed era la segretaria più lussuosamente e costosamente vestita dell'emisfero boreale. Quando ho saputo che indossava un cappotto da 16mila euro, allora qualche dubbio mi è venuto...".

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