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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Mostra CasaPound, no global contro eventi organizzati da "fascisti"

Ieri gli attivisti del centro sociale Pedro e del Reality Shock sono tornati al Centro culturale San Gaetano per spiegare le ragioni del blitz di martedì, contro la presenza del movimento di estrema destra in un luogo pubblico della città

La caccia della Digos agli autori del blitz di martedì scorso, che hanno smontato la mostra allestita da CasaPound al San Gaetano a Padova sull'architettura razionalista di Quirino De Giorgio e attaccato il leader del movimento di estrema sinistra Alessio Tarani, è finita.

LE RIVENDICAZIONI. A riferirlo gli stessi protagonisti della mobilitazione, attivisti del centro sociale Pedro e del Reality Shock, che ieri pomeriggio si sono radunati davanti all'ingresso dello stesso centro culturale di via Altinate per chiarire e rivendicare le dinamiche dell'iniziativa di smontaggio della mostra.

CRONISTORIA: LA MOSTRA: PADOVA RAZIONALISTA  - L'AGGRESSIONE - IL VIDEO DEL BLITZ - COORDINATORE DIMESSO, CACCIA AGLI ATTIVISTI - MERCOLEDÌ: CASAPOUND RIALLESTISCE LA MOSTRA

LE RAGIONI. I "disobbedienti" hanno spiegato la propria contrarietà non all'esposizione in sé, ma a chi la mostra l'aveva organizzata e condannando con forza le prese di posizione sui giornali di questi giorni da parte di vari esponenti politici cittadini, che "strumentalizzando l'accaduto hanno completamente rimosso l'identità dei soggetti contro cui si era svolta l'iniziativa", hanno commentato.

Il Pedro smonta la mostra di CasaPound

LA VIOLENZA. Gli attivisti hanno infine presentato uno stampato che riportava gli atti di violenza compiuti dai militanti di CasaPound solo negli ultimi anni, dall'omicidio di Firenze dello scorso anno alle aggressioni contro studenti e giovani appartenenti ai movimenti.

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